Chi decide i tempi della crisi di governo? Casaleggio o Mattarella?
Pd e M5s proseguono le trattative per formare il governo rosso-giallo. Ma sull'eventuale intesa "il nostro sì solo se ci sarà l'ok su Rousseau", scrive Di Maio
Il termine delle trattative tra Partito democratico e Movimento 5 stelle per trovare un accordo per formare il nuovo governo è fissato nel pomeriggio. Questo almeno secondo il calendario istituzionale stabilito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che la scorsa settimana, parlando ai giornalisti dopo il primo giro di consultazioni, aveva detto di volere una risposta dai gruppi parlamentari entro oggi. Il Pd salirà al Quirinale alle 16, Forza Italia alle 17, Lega alle 18, infine il M5s alle 19. Dopodiché Mattarella dovrà spiegare cosa intende fare.
Le delegazioni di Pd e M5s hanno ripreso stamattina i colloqui alla Camera per definire il programma di governo tra segnali distensivi e aperture da ambo le parti. L'obbiettivo è uno soltanto: trattare. E farlo senza veti. Lo dice il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci, lo assicura anche il suo omologo pentastellato Stefano Patuanelli: "Ribadisco, i veti non sono mai positivi". Eppure un veto c'è da parte dei 5 stelle e l'ha ribadito proprio ieri sera lo stesso Patuanelli: "Di Maio è il capo politico e deve stare al governo con un ruolo".
E se Graziano Delrio assicura che "stiamo lavorando sui contenuti", il M5s ai contenuti ci pensa, li valuta e li soppesa, ma guarda oltre, alla Casaleggio associati. E forse non potrebbe essere diversamente perché l'accordo con il Pd si può pure fare, ma tutto dovrà poi passare dal voto sulla piattaforma Rousseau. È Luigi Di Maio a scriverlo sul blog delle Stelle: "Il nostro sì al progetto solo se ci sarà l'ok su Rousseau".
Centinaio (Lega) ha appena detto (Omnibu) che fino alle 15 di ieri i contatti tra la Lega e Di Maio erano costanti perché un pezzo di M5s il governo con il Pd non lo vuole. Dalle 15 di ieri i contatti si sono interrotti e il forno si è chiuso ufficialmente #governorousseaugiallo
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) August 28, 2019
Un passaggio che non è piaciuto a gran parte del Partito democratico, ma che Marcucci ha provato a stemperare: "Ognuno ha le sue procedure. Noi seguiamo le nostre". Le procedure del Pd sono iniziate alle 10 con la direzione del Pd, quelle del M5s chissà quando arriveranno. Prima del voto sulla piattaforma servirà l'accordo. E dopo l'accordo qualche giorno per permettere di votare. E se per caso la piattaforma bocciasse l'intesa? Mattarella è disposto a piegarsi alle regole della democrazia diretta a 5 Stelle?