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M5s e Pd fanno i conti con Maduro

Valerio Valentini

Il grillino Cabras ci dice perché sul Venezuela il movimento non scenderà a patti con gli alleati dem

Roma. “No, sul Venezuela non torniamo indietro: avevamo ragione noi”. Pino Cabras è appena uscito dalla riunione in cui i responsabili grillini delle varie commissioni stanno stilando il programma per il nuovo governo, e comunica le sue certezze. “Quello che sta avvenendo ci dimostra che la nostra prudenza era più che doverosa. Le forzature di Juan Guaidó si stanno ormai rivelando palesi”, dice il deputato del M5s, quasi ignorando che Giuseppe Conte, nel frattempo, va ribadendo dal Quirinale l’ancoraggio euroatlantico dell’Italia. “Sì, l’ho sentito. C’era da aspettarselo”.

 

 

Eppure voi, con le vostre posizioni pro-Maduro, avete irritato non poco l’amministrazione Trump. “In realtà negli Usa abbiamo trovato anche delle sponde”. Tipo? “Tulsi Gabbard ha ribadito che gli Stati uniti devono astenersi dall’intervenire in Venezuela”. Ma si tratta di una candidata, peraltro non di primissima linea, alle primarie democratiche. “Esatto”. Un po’ poco, per poter rivendicare “sponde” a Washington. “E’ il segnale che la nostra volontà di evitare forme d’ingerenza a Caracas è condivisa anche in America”. Ma il Pd sarà d’accordo? “Lo vedremo. In ogni caso, noi non rinneghiamo le nostre convinzioni. Poi sarà Conte a decidere. Anche perché lo schema non è più quello del ‘contratto’, di cui il premier era garante. Stavolta sarà proprio il presidente del Consiglio a guidare la stesura del programma condiviso”.

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