Il grillismo senza portafoglio
La vera discontinuità del governo BisConte sta negli incarichi affidati al M5s. Due pezzi da novanta del Movimento, Di Maio e Fraccaro, conquistano due incarichi pesanti che potrebbero però imbrigliare l'estremismo grillino
Dopo il via libera con il voto sulla piattaforma Rousseau il premier incaricato Giuseppe Conte ha sciolto la riserva e ha presentato la lista dei ministri che comporranno il nuovo governo rosso-giallo.
Una squadra formata da sette donne e 16 uomini (compresi premier e sottosegretario alla presidenza del Consiglio): dieci ministeri vanno al movimento 5 Stelle, nove al Partito Democratico, un ministro tecnico (l'ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, al Viminale) e uno a Liberi e uguali con Roberto Speranza alla Salute.
Di seguito tutti i commenti del direttore Claudio Cerasa sul governo BisConte, che domani alle 10 giurerà al Quirinale.
Nasce il Gonde 2 con novità interessanti: un politico puro al Mef (Gualtieri), un tecnico all'Interno (Lamorgese). La discontinuità con i gialloverdi è nei ministeri economicamente pesanti: il M5s lascia Sanità e infrastrutture (bene!), conferma il Mef al Pd, tiene Mise e Lavoro.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
I pezzi da novanta del M5s (che sono Di Maio e Fraccaro) conquistano due incarichi pesanti (Farnesina e sottosegretario alla presidenza del Consiglio) che potrebbero però imbrigliare l'estremismo grillino. Resta Bonafede, il ministro disastro, alla Giustizia, ed è una tragedia.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
La novità del governo è l'ingresso di Art 1 (con R. Speranza) in un ruolo cruciale che è il ministero della Salute. E' da vedere se un ruolo così importante servirà solo a ottenere i voti di Leu al Senato o alla Camera o è propedeutico a far tornare gli scissionisti del Pd nel Pd
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
Con il passaggio di consegne al ministero della Difesa tra Trenta e Guerini si conclude così anche la stagione di egemonia culturale sul governo della Link Campus. Niente giochini strani, meglio stare lontani dalla Russia, torna il cappello della Nato.
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
Un ministero che non conta molto, gli Affari europei, registra una trasformazione mica male: da Paolo Savona (e il suo cigno nero) ad Enzo Amendola. Da un anti europeista più o meno convinto a un europeista convinto. La discontinuità, simbolicamente, è tutta qui
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
Di Maio ministro degli Esteri può far sorridere (l'unica merchant bank dove non si parla italiano) ma può far gioire. L'estremismo grillino è legato anche a posizioni pazze in politica estera (Maduro, Gilet gialli) e con il capo politico del M5s lì qualcosa dovrà cambiare #slurp
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019
Non vedo Bagnai tra i ministri. Che succede?
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) September 4, 2019