Vice unico, nuovo presidente e caselle europee. Il risiko dei nuovi ruoli nel Pd
La nascita del governo rossogiallo ha come primo effetto quello di liberare molte caselle nel partito e dintorni
Roma. La nascita del governo giallo-rosé ha come primo effetto quello di liberare molte caselle nel Pd e dintorni.
Andrea Orlando sarà il vicesegretario unico di Nicola Zingaretti, visto che Paola De Micheli – l’altra vice – è appena sbarcata al ministero dei Trasporti e non sarà sostituita. Non è una questione di incompatibilità, ma di tempo. Il che darà molta visibilità all’ex ministro della Giustizia. E’ stato lo stesso Orlando a non accettare l’offerta del segretario “con una delega di grande rilievo” nel nuovo governo. Per due ragioni, ha spiegato Orlando nei giorni scorsi. “La prima è che, come ripeto da settimane, la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine. E non si può chiedere ad altri quello che non si è in grado di chiedere a noi stessi”. La seconda, “la più importante, è che credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito”. Tradotto significa che Orlando avrà molto spazio per disegnare il nuovo Pd immaginato da Zingaretti.
Servirà anche un nuovo presidente del Pd, visto che Paolo Gentiloni è volato a Bruxelles come commissario della nuova Commissione (ancora non è chiaro con quale delega). Sarà l’assemblea del partito a eleggerlo, “ma prima bisogna risolvere la questione del sottogoverno”, spiegano dal Pd. Ci sono i ministri, in effetti, ma mancano ancora i viceministri e i sottosegretari. Non solo. Sarà anche necessaria una elezione suppletiva, visto che Gentiloni è stato eletto alla Camera nelle elezioni politiche del 2018 nel collegio uninominale Lazio 1, a Roma, nel quartiere Trionfale. Secondo la legge, una volta accertata la vacanza del collegio uninominale dalla Giunta delle Elezioni e comunicata dal presidente della Camera, il presidente della Repubblica, su proposta del ministero dell’Interno, convoca i comizi elettorali del collegio interessato, in una data compresa tra i novanta e i centrotrentacinque giorni dal verificarsi della vacanza. Il Pd ha insomma tempo per capire chi potrebbe essere il candidato giusto per sfidare gli altri partiti, ma intanto gira il nome di Gianni Cuperlo, presidente della Fondazione del Pd, che alle ultime elezioni non si è ricandidato.
Il ritorno in Italia di Roberto Gualtieri, neo-ministro dell’Economia, riporta all’Europarlamento il renziano Nicola Danti, rimasto fuori dalle Europee del 2019 e primo dei non eletti. “Trenta giorni hanno cambiato l’Italia, sicuramente in meglio (in peggio era impossibile). Le ultime trenta ore hanno cambiato nuovamente la mia vita”, dice Danti, che altrimenti sarebbe stato probabilmente indicato come sottosegretario nel Conte bis. Peraltro, servirà anche un nuovo presidente della commissione per i Problemi Economici e Monetari del Parlamento europeo, ruolo ricoperto da Gualtieri fino a oggi e che potrebbe toccare a Simona Bonafè.
In questa girandola di nomine ed elezioni rientrano anche i candidati alle prossime regionali. Fra ottobre e l’anno prossimo il centrosinistra dovrà individuare gli aspiranti governatori di Umbria, Calabria, Emilia Romagna e Toscana. Le primarie non sembrano più essere in voga come un tempo. Per esempio in Toscana c’è chi vorrebbe il candidato unico e unitario. La composizione del sottobosco governativo potrebbe aiutare il Pd toscano a individuarlo senza spargimenti di sangue. Accontentando dunque un po’ tutti.