Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (foto LaPresse)

Ecco il nuovo Pd che farà concorrenza al M5s

David Allegranti

Maurizio Martina, che presiede la commissione statuto, ha presentato alla Direzione nazionale le proposte di modifica: dalla “piattaforma deliberativa online” alla “Fondazione costituente”. Tutte le novità

Roma. Pronta la riforma del Pd a firma Maurizio Martina, che presiede la commissione statuto. Queste le principali proposte presentate da Martina oggi alla Direzione nazionale del Pd (verranno votate a novembre). Nasce la “piattaforma deliberativa online” del Pd. “Per chiedere di aderire, discutere, proporre, scegliere. Aperta a iscritti ed elettori”. Il nuovo statuto, che conferma le primarie per la scelta del segretario, supera “l’automatismo segretario/candidato Premier” per “prepararci a lavorare alla nuova coalizione”. Introdotta anche l’assemblea nazionale dei sindaci “con un coordinamento e un coordinatore componente della segreteria nazionale Pd”. La nuova direzione nazionale dovrà essere per “metà indicata dai territori”, mentre la nuova Assemblea nazionale “per 2/3 eletta dalle primarie e per 1/3 composta da amministratori locali e rappresentanti dei territori. Segretari territoriali e regionali scelti dagli iscritti”. Via libera anche ai “circoli on line e ai ‘punti Pd’ sui luoghi di lavoro e di studio”. Viene introdotta la possibilità del “congresso straordinario per tesi su proposta del segretario”. Nasce anche la “Fondazione costituente” per la formazione e la promozione di cultura politica.

  


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Soddisfatti del lavoro svolto i parlamentari Pd, e membri della commissione Statuto, Stefano CeccantiDario Parrini. Un lavoro che, spiegano in una nota, “ha mantenuto la scelta di fondo dell’impianto del partito di iscritti ed elettori, confermando le primarie per il segretario ed evitando forme di pre-registrazione anticipata che avrebbero svuotato lo strumento. Un lavoro che prospetta in modo convincente un nuovo radicamento digitale, il maggior peso di territori e sindaci negli organismi dirigenti e una nuova struttura più semplice di congresso”.

 

“Siamo convinti - proseguono - che il confronto in atto ci consentirà di risolvere in modo convincente quattro nodi ancora aperti. Il primo è sul turno unico tra gli elettori ora previsto per la primaria per il segretario che, ove si voglia limitare la frammentazione, per evitare di alzare eccessivamente la soglia di firme, potrebbe anche aprirsi a un doppio turno eventuale. Il secondo è quello del superamento dell’automaticità tra segretario e candidato premier in caso di primarie di coalizione che andrebbe risolto mandando a regime la norma del 2013, ossia consentendo a determinate condizioni anche la candidatura di altri iscritti Pd, ossia aumentando la contendibilità. Il terzo sul superamento delle primarie aperte per i segretari regionali, che andrebbero mantenute ove il partito regionale le ritenesse positive sulla base dell’esperienza fatta. Il quarto per affrontare il nodo di forme di primaria per la designazione dei candidati al Parlamento”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.