Per il M5s "la vita delle persone vale un emendamento", ci dice Pietro Bartolo
L'eurodeputato Pd spiega il perché della bocciatura a Strasburgo della risoluzione sulle ong ma assicura che il voto contrario di M5s non gli ha fatto perdere fiducia nei compagni di governo
Giovedì a Strasburgo è stata bocciata la cosiddetta “Risoluzione Ong”. Il Sì, se avesse vinto, non avrebbe cambiato niente, tanto si trattava di una risoluzione, una semplice dichiarazione di intenti, che non avrebbe avuto nessun effetto legislativo concreto nel breve e nel medio periodo. Il No dell'Aula, invece, vale da subito. Il No è subito operativo. E con il voto di giovedì, da subito l’Ue ha detto che non intende adottare una risoluzione che impegna l’Europa a studiare un piano coordinato di operazioni di salvataggio e soccorso; che non intende adottare un regolamento di trasparenza sugli accordi che si possono stringere con i paesi terzi (la Libia, per esempio); che non intende depenalizzare le operazioni di soccorso in mare (per esempio quelle perseguibili dal decreto sicurezza bis); che non intende vietare che le navi soccorse siano scortate in paesi ritenuti non sicuri. In pratica, con questo no, l’Europa ha detto che quel che succede nel Mediterraneo non è un suo problema. Anzi. Che se ne occupino i volonterosi marinai delle Ong e tante grazie.
Così, a 24 ore da quel no piombato su Strasburgo, Pietro Bartolo, l'ex medico di Lampedusa volto dell’accoglienza militante e ora europarlamentare eletto nelle fila del Pd, proprio non manda giù la bocciatura della risoluzione. “Deluso? Altroché! Sono distrutto. Mi veniva da piangere in Aula – ci racconta – Non me ne capacito. Specie perché non mi capacito che siano state anteposte ragioni politiche, logiche di partito a una questione che può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone. Ma come si fa?”. Alla risoluzione sono mancati due voti: 290 voti contrari, 288 favorevoli e 36 astensioni. “Posso capire la Lega e Forza Italia; posso capire anche alcune defezioni all’interno del gruppo dei liberali di Renew Europe e persino alcune astensioni tra i socialisti. Ma l’astensione, determinante, dei 14 deputati del Movimento 5 stelle proprio non la capisco. Ma perché?”.
A mandare al manicomio Bartolo (e con lui molti altri, tra cui il relatore, lo spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar) è il fatto che i voti dei deputati pentastellati erano dati per certi nelle fila del sì e, solo all’ultimo minuto, si sono trasformati in astensioni e in un silenzio-dissenso. “Dicono di aver votato no per una faccenda legata a un emendamento dei Verdi che ha fatto decadere un loro emendamento. Ma vale la pena, per un bizantinismo, mandare all’aria tutto? Una questione da cui dipende la vita delle persone bocciata per un emendamento? Ma siamo seri?”. C’è rabbia, nelle parole di Bartolo, ma non abbastanza da fargli perdere fiducia nei nuovi compagni di strada e di maggioranza del Movimento.
Bartolo semmai se la prende con gli accordi con la Libia, non con il governo in carica. “Gli accordi con la Libia sono stati un errore. Fatti con i miliziani, hanno sdoganato campi di prigionia che sono lager. Un orrore, più che un errore. Di recente poi sono uscite le storie pesantissime legate al trafficante Bija, che è un delinquente vero e conclamato. Mi sembra inconcepibile che il governo rinnovi gli accordi del 2017. Spero proprio che fino alla fine non lo facciano”. E, nel frattempo, Pietro Bartolo che farà? “Ricomincerò da capo. Lavorerò a un altro testo. Non sono tipo da mollare, io. E poi ho visto cose che nella vita nessuno dovrebbe vedere. Per questo ora lavoro a Parlamento europeo. Per non vederle più. Altrimenti non ha senso”.