Luigi Di Maio (Foto LaPresse)

Così Ilva rischia di trasformarsi nella Waterloo del M5s

Secondo un sondaggio Swg, solo il 20 per cento degli elettori grillini è favorevole alla chiusura dello stabilimento. Nel frattempo il partito di Di Maio perde consensi e in molti lo considerano il principale colpevole di ciò che sta accadendo

I politici del Movimento cinque stelle continuano a opporsi alla reintroduzione dello scudo penale per i manager di ArcelorMittal che dovrebbero occuparsi del salvataggio dell'ex Ilva e rendono sempre più concreta la possibilità che lo stabilimento si trovi costretto a chiuderlo. Giusto ieri il capo politico Luigi Di Maio ha dichiarato che “se provochi un disastro ambientale devi pagare”, mentre l'ex ministro per il Sud, Barbara Lezzi, leccese, ha risposto all'appello al buonsenso del premer Giuseppe Conte con un sonoro: “Lo scudo puoi scordartelo”. 

  

Una strategia che oltre a rivelarsi miope a livello economico-industriale, rischia di esserlo anche a livello politico-elettorale. La stragrande maggioranza degli elettori del Movimento, infatti, sarebbe favorevole al salvataggio dello stabilimento di Taranto. A dirlo è un sondaggio Swg pubblicato il 12 novembre secondo il quale solo il 20 per cento degli elettori grillini è d'accordo con la chiusura dell'Ilva. Una percentuale comunque superiore a quella registrata nell'elettorato degli altri partiti ma che comunque fotografa la spaccatura interna al M5s. Infatti se il 23 per cento dei grillini giudica la chiusura “un fatto negativo, ma non particolarmente grave”, il 45 per cento è assolutamente contrario alla chiusura.

Che fare quindi? Il 39 per cento degli elettori del M5s vorrebbe nazionalizzare (idea condivisa anche dal 43 per cento degli elettori che votano per partiti alla sinistra del Pd); il 23 per cento vorrebbe invece provare a vendere lo stabilimento a qualche altra azienda (opzione giudicata favorevolmente anche dal 29 per cento degli elettori Dem). Mentre l'opzione di cercare “in tutti i modi” di far tornare ArcelorMittal a gestire l'acciaieria, viene sostenuta dal 26 per cento degli elettori del Pd, dal 33 per cento di quelli del centrodestra senza Lega, ma solo dal 10 per cento di quelli del M5s. 

 

  

 

Gli elettori grillini sono comunque contrari alla reintroduzione dello scudo penale per ArcelorMittal (solo il 14 per cento crede che sia giusto farlo). Opzione sostenuta più convintamente, invece, da quelli di Forza Italia e Fratelli d'Italia (33 per cento), e del Pd (26 per cento). Per salvare l'acciaieria, solo il 12 per cento dei grillini vuole ricorrere a un taglio dei posti di lavoro. Ma, relazionato con le percentuali degli altri partiti, risulta che gli elettori che sacrificherebbero qualche posizione lavorativa sono più di quelli di qualsiasi altro partito, senza contare quelli di Forza Italia e e Fratelli d'Italia, anche loro al 12 per cento. 

 

 

In ogni caso la crisi dell'ex Ilva non giova al M5s. Secondo il sondaggio ad oggi solo il 15,8 per cento degli elettori voterebbe il Movimento, la percentuale più bassa registrata a partire dalle Europee di marzo. E se per il 30 per cento degli intervistati ArcelorMittal cercava un pretesto per andarsene, il 20 pensa invece che la vicenda sia il frutto di errori di gestione del Movimento. Seguono il Pd (8), la Regione Puglia (6), il premier Giuseppe Conte (4). Comunque la si giri la vicenda Ilva rischia di trasformarsi in un massacro per la maggioranza rossogialla. E soprattutto per il Movimento 5 Stelle.

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