Davide Casaleggio (foto LaPresse)

Dati e politica: scoppia il caso Casaleggio Analytica

Secondo Linkiesta la Casaleggio Associati ha sottratto i dati personali di utenti Facebook tre anni prima della società inglese

Roma. Mentre tutto il mondo si interessava, giustamente, allo scandalo Cambridge Analytica – la società che ha profilato 87 milioni di utenti Facebook per sponsorizzare la candidatura di Donald Trump e la campagna pro-Brexit – su questo giornale scrivevamo che qui era forse il caso di interessarsi alle attività della Casaleggio Associati, dell’Associazione Rousseau e di tutta quella galassia privatistico-familiare che gestisce il primo partito italiano.

 

Lo ha fatto il giornale online Linkiesta che, in un’inchiesta di Nicola Biondo, scrive che “la Casaleggio ha sottratto i dati personali di utenti Facebook tre anni prima di Cambridge Analytica”. Il metodo usato nell’anglosfera è stato usato per la prima volta in Italia: “Era il febbraio 2013, quando sul blog di Beppe Grillo gestito dall’azienda milanese viene dato l’annuncio del rilascio di un’app per sostenere la campagna elettorale del Movimento”, scrive Linkiesta. “Tu puoi fare molto per restituire l’Italia ai suoi cittadini – recitava l’annuncio –. Lo puoi fare diffondendo le idee e il programma del MoVimento 5 Stelle. Diventa Attivista 5 Stelle. Se hai un profilo Facebook puoi iniziare subito”.

 

Bastava accedere all’applicazione Facebook dal blog, accettare le condizioni e l’utente poteva aggiungere il logo ufficiale alla sua foto profilo e svolgere tutte quelle attività social e non solo di un militante. “Solo che quella chiamata alle armi celava un inganno, una gigantesca cessione di dati personali” perché come svela Marco Canestrari, sviluppatore informatico ed ex dipendente della Casaleggio Associati, i permessi richiesti a Facebook dall’azienda dell’uomo che controlla il M5s consentivano di ottenere un’enorme quantità di dati non pertinenti all’attività politica. “Esattamente come è successo con Cambridge Analytica, la srl milanese ha potuto ottenere pressoché ogni dato disponibile non solo sugli attivisti che avevano scaricato l’app, ma anche sui loro amici di Facebook”. C’è un altro tema che riguarda il conflitto d’interessi dell’azienda partito. Claudio Cerasa, a diMartedì su La7, ha chiesto a Di Maio se sia favorevole al fatto che la Casaleggio Associati renda pubblico l’elenco delle aziende con cui lavora. Il ministro degli Esteri e capo politico del M5s non ha risposto.