E allora, Bibbiano?
Il sindaco Carletti è libero. Il processo, cui ora puntano le iene populiste, si vedrà. Le colpe dei pm. Reportage
Bibbiano. L’ormai celebre maglietta “parliamo di Bibbiano” non c’è. Al suo posto un bel maglione di lana bianco con disegni dorati. Carrozza 3, treno Italo 9916 delle 8.45 diretto da Roma Termini a Reggio Emilia. Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra alle elezioni regionali del 26 gennaio, armeggia con il cellulare. Parla di Bibbiano e della scarcerazione del sindaco Andrea Carletti, il cronista casualmente seduto dietro di lei annota le sue parole: “Non andava incarcerato è una cosa, è innocente è un’altra. Sono due cose distinte”, dice all’amica che le siede accanto. Sarà, per tutta la giornata, la linea offensiva della Lega, ma anche del M5s. Corrispondenze d’amorosi sensi fra vecchi alleati. Stefano Marazzi, segretario del Pd di Bibbiano, racconta invece di non riuscire a smettere di piangere. Al telefono non risponde, e neanche ai messaggi. Si affida però ai social network. “Non è facile, non è facile Andre… Così come non è stato facile parlarsi stasera… Le lacrime hanno preso il sopravvento come mai era successo prima”, scrive sul suo profilo Facebook martedì sera, appena saputa la notizia, rivolto ad “Andre”, Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano del Pd, indagato nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti. La Cassazione ha appena annullato l’ordinanza con cui il gip di Reggio Emilia aveva disposto l’obbligo di dimora.
La notizia rimbalza di bar in bar per il paese, diecimila abitanti in provincia di Reggio, dove non si parla d’altro. “Caso affidi: il sindaco di Bibbiano torna uomo libero”, dice la locandina della Gazzetta di Reggio in un’edicola vicino al comune. “Caso affidi, Carletti libero”, dice il Resto del Carlino. Carletti resta per il momento indagato, ma può affrontare l’eventuale processo a piede libero. Eventuale perché, a differenza di quello che dicono i populisti giudiziari (qualcuno di loro pure eletto in Parlamento), il pm potrebbe anche chiedere l’archiviazione oppure in udienza preliminare il giudice potrebbe pronunciare sentenza di non luogo a procedere.
“Leggeremo il testo, ma sin d’ora parliamo davvero di Bibbiano, della carcerazione preventiva, delle accuse spacciate per condanne, del circuito mediatico-giudiziario, del giusto processo, della presunzione d’innocenza”, dice il costituzionalista e deputato del Pd Stefano Ceccanti. In attesa, resta intatto e non ritenuto illegittimo il manettarismo del M5s, che il 27 giugno scorso, nel giorno dell’arresto di Carletti, pubblicava sui suoi canali social una foto del sindaco con la scritta “arrestato”: “Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta a Reggio Emilia e per cui oggi – oltre a una ventina di indagati – è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano”. Ieri, neanche mezzo tweet di aggiornamento. “Alcuni giornali di destra e un certo schieramento politico hanno cercato di strumentalizzare qualcosa che non esiste. Il processo non è ancora fatto, le indagini sono molto parziali e daranno risultati fra qualche anno dopo essere passate al vaglio dei giudici”, dice al Foglio Marco Scarpati, avvocato, esperto di diritto minorile, indagato nell’inchiesta e poi archiviato un paio di mesi fa. “Pensare che indagini fatte dai carabinieri possano contenere verità assolute vuol dire fidarsi molto dei carabinieri e poco della giustizia. Vengo dalla tradizione politica radicale e di errori giudiziari ne ho visti tanti. Sono sicuro che alla fine anche questo verrà fuori come un errore giudiziario”, dice Scarpati.
Troviamo Scarpati a Reggio Emilia, al suo ritorno da Roma, “un problema tra i tanti di questo caso è che abbiamo saputo quello che stava succedendo non dalla magistratura inquirente ma dai giornali”. “A me alcuni suoi colleghi giornalisti hanno telefonato la mattina del 27 giugno alle nove e mezzo di mattina chiedendomi informazioni. Avevano già letto tutte e 280 le pagine di informativa dei carabinieri. Io invece avevo in mano un foglietto e basta con l’articolo 323 del codice penale per dirmi che avevo ricevuto l’avviso di garanzia”.
Non è l’unico problema, dice Scarpati. Perché in mezzo al tritacarne ci sono finiti gli adulti ma anche i bambini. “Alcune persone si sono rivolte a me come avvocato per vedere, attraverso organismi internazionali, se sono stati tutelati i diritti dei bambini. Perché ai giornalisti sono state fatte arrivare migliaia di pagine delle indagini ma senza che venissero cancellati i nomi dei bambini. Il problema non è vostro come giornalisti, il problema è che non doveva proprio arrivare questo materiale. Se qualcuno li aveva in custodia e li ha fatti uscire bisogna fare subito inchiesta e mandare sotto processo chi li ha fatti uscire. E’ irrispettoso divulgare nomi e vite di bambini gettandoli in piazza. Io mi occupo di diritto minorile, i documenti che riguardano i casi che sto seguendo hanno le iniziali dei bambini, per non farli riconoscere, sono chiusi a chiave in un armadio nella mia stanza chiusa”.
L’avvocato, anche lui del Pd, non è stupito di come M5s e Lega abbiano finora strumentalizzato la vicenda. “Non do la colpa né ai giornalisti né all’estrema destra, che ha fatto il suo mestiere, tentando di far campagna elettorale contro i suoi avversari. Di Battista ha annunciato l’uscita di un libro? Ma come fa a parlare se non ha ancora letto tutti gli atti, compreso le memorie che stanno preparando le difese? Ma di cosa parla? Per me sono cose folli”. Comunque, dice Scarpati al Foglio, “la politica fa il suo gioco e oggi è molto basso. Oggi la politica è questa. Non mi aspetto che Salvini non sfrutti qualsiasi cosa non gli passi davanti, mi sarei aspettato però una difesa più fragorosa e meno impaurita da parte della sinistra. Andrea Carletti è una persona palesemente innocente, così come è innocente il sistema Bibbiano. Io sono uno di quelli che pagano le tasse proprio perché il welfare mi piace tanto. Vengo da una famiglia povera e contadina. Ho studiato grazie a questo welfare che me lo ha permesso e ci tengo molto a questa cosa. Il sistema Bibbiano fa parte del sistema di servizi sociali dell’Emilia Romagna, non toglie i bambini a famiglie capaci ma interviene laddove ci sono famiglie temporaneamente o permanentemente molto problematiche. Eccolo il metodo Bibbiano: aiutare i bambini che sono in difficoltà”.
La richiesta di fare chiarezza è più che legittima. Le indagini d’altronde non si sono ancora concluse. Ma un conto è questo, un altro conto è fare come Dibba che annuncia imminenti pubblicazioni per speculare politicamente su una vicenda senza essersi fatto qualche domanda. “E questo”, dice al Foglio Giuditta Pini, deputata emiliano-romagnola del Pd, “ci dice molto su come il nostro paese abbia ormai introiettato, anche nel dibattito pubblico, più che giustizialismo, una sete di sangue, che poco ha a che vedere con le democrazie e molto invece con gli stati in cui giustizia e vendetta si assomigliano”. Da questa estate, dice al Foglio Dario De Lucia, consigliere comunale di Reggio Emilia, “abbiamo assistito ad accuse politiche, strumentalizzazioni, lo slogan ripetuto come un mantra ‘parlateci di Bibbiano’ e hashtag dedicati sui social ma senza alcun reale interesse alla vicenda in sé. Bisogna ricondurre il fatto al caso giudiziario per accertare davvero la situazione rispetto a quei bambini, bisogna che la politica di Lega, Fratelli d’Italia, CasaPound si prenda le proprie responsabilità rispetto a quelle campagne strumentali di odio che di sicuro non hanno fatto bene alla causa proprio di quei bambini. Hanno fatto molto male a una comunità del mio territorio, Bibbiano. In questi mesi sono andato nel paese per parlare con amici e le persone e di sicuro quei cittadini non meritavano di essere bollati così, come il paese degli orchi. Di questa campagna d’odio strumentale ed elettorale tra qualche anno non ricorderemo le dichiarazioni urlate e i cappi mediatici della politica ma il male maggiore, più sotterraneo, ossia l’ombra che si è gettata dal singolo caso verso tutti gli assistenti sociali in Italia. I servizi sociali svolgono un delicato, difficile e fondamentale ruolo nel nostro paese di tutela dei minori, dico a loro di non mollare e continuate a lavorare con prudenza, professionalità e coraggio”. E’ presto per dire come finirà l’inchiesta su Bibbiano. Dibba, forse, farà in tempo a scrivere due o tre reportage dall’Iran.