Fabio Massimo Castaldo (foto LaPresse)

“Gentiloni una garanzia per il governo. Sul Mes Dibba sbaglia”. Parla Castaldo (M5s)

Valerio Valentini

Intervista al vicepresidente grillino del Parlamento europeo che spinge il Green new deal e richiama i suoi: “Chi ha votato contro la Von der Leyen ha fatto un danno al M5s”

Roma. A lui sembra chiara, la posizione del M5s: “Siamo europeisti critici ma costruttivi”, assicura Fabio Massimo Castaldo. A noi, a cui chiara sembra un po’ meno, tocca allora ricordare al vicepresidente del Parlamento europeo che una certa ambiguità, per non dire altro, persiste, e lo si evince anche dalle dinamiche parlamentari: la delegazione grillina a Bruxelles, che non a caso resta ancora nel limbo dei “non iscritti”, ha assunto tre diverse posizioni nel voto di fiducia alla nuova Commissione. “Esprimo profondo rammarico, e anche un po’ di rabbia, per quella votazione. Chi ha deciso di opporsi, senza alcun preavviso, si è assunto la grave responsabilità di aver messo in crisi il principio della compattezza del gruppo, che abbiamo sempre rispettato nella scorsa legislatura. Ci eravamo confrontati, e avevamo deciso a maggioranza di sostenere Von der Leyen”. E invece, al dunque, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini hanno votato contro, Eleonora Evi e Rosa D’Amato si sono astenute. “Lo avessero detto prima, avremmo potuto consultare gli iscritti su Rousseau. Al contrario, dividerci in una circostanza così importante mina il nostro peso nelle trattative parlamentari e non aiuta neppure i negoziati per trovare una collocazione in un gruppo europeo”.

 

A proposito, come va? “Al momento, l’unica interlocuzione ufficiale è con i Verdi: che però continuano a darci rassicurazioni in camera caritatis, e a respingerci nelle dichiarazioni pubbliche. Il nostro tempo non è infinito, e pretendiamo serietà. Se i Verdi sono spaccati su di noi, ce lo dicano e percorreremo altre strade, sviluppando il buon rapporto che abbiamo con gli altri gruppi dove non ci sono italiani: Renew Europe di Macron, e il Gue della sinistra ecologista. Ma non solo, i nostri interlocutori sono tanti anche al di là dei gruppi precostituiti”. 

 

Poi, con l’aria di chi ha già fatto ammenda Castaldo dà nuovo slancio al suo discorso: “Ora, però, anche questa Europa deve dimostrare di sapersi rinnovare. Sin dal voto previsto oggi sul Green new deal, che è il banco di prova su cui si misurerà la credibilità della nuova Commissione. Accogliamo con favore che nel progetto ci siano le sanzioni sui grandi inquinanti e lo stimolo alla riforestazione, ma avremmo voluto un maggiore impegno sullo stop ai sussidi alle fonti fossili. E’ il momento di passare agli atti concreti, per evitare che questo ‘deal’ diventi solo retorica delle buone intenzioni. E in questo senso, è stato un bene che lo staff della Von der Leyen abbia ricalibrato le dichiarazioni espresse in modo un po’ sbrigativo dalla presidente della Commissione circa l’impossibilità di scorporare gli investimenti verdi dal deficit: la transizione ecologica o avviene con una forte leva pubblica, promossa a livello comunitario, o semplicemente non avverrà. E sono contento che anche le parole espresse da Paolo Gentiloni ribadiscano la necessità di questo impegno”.

 

Assai meno contenti, sulla nomina di un commissario europeo in quota Pd, sono altri suoi colleghi: dal solito Corrao, che gli ha dato dell’“invasore” sulle note di Bella ciao, a Dino Giarrusso e lo stesso Pedicini. “E’ ovvio che avremmo preferito un commissario a cinque stelle. Ma tutto è rientrato nella logica di un negoziato, quello di agosto, che ha portato comunque alla riconferma a premier di Giuseppe Conte, espressione del M5s. Ma evitiamo polemiche strumentali. Abbiamo l’onore e l’onere di governare l’Italia per altri tre anni, e per farlo in modo efficace è fondamentale avere una sponda qui a Bruxelles in Gentiloni, con cui mi confronto spesso in modo sempre utile. Lo incalzo, talvolta, ma nello spirito della leale collaborazione. D’altronde, trovo poco coerente chi lo critica ferocemente e poi pretende che accolga certe nostre istanze”.

 

E insomma si arriva al Mes. “Alla riforma del Mes, per meglio dire”, corregge Castaldo, come ignorando che però sono stati proprio alcuni grillini d’alto rango, come Alessandro Di Battista, a inquinare il dibattito, invocando un voto “contro il Mes”. “Alessandro è un mio carissimo amico, e tutti gli siamo riconoscenti per l’energia che ha messo a disposizione del M5s. Ma dobbiamo essere attenti a non confondere le acque: in questa fase, non c’è alcuna possibilità di rimettere in discussione il trattato”. Come però vi impegnerebbe a fare il vostro programma elettorale. “Il Mes fa parte dell’architettura economica dell’Ue, e di certo non lo si può riformare o abrogare da soli. Trovo molto più saggio il dibattito avviato in Germania, dove si è verificata la compatibilità del trattato con la Costituzione arrivando ad affermare il diritto del Parlamento tedesco di esprimere l’ultima parola sulle decisioni che riguardano il Mes”.

 

Da noi si è urlato ai fantasmi. “Salvini e Meloni fanno propaganda solo con l’obiettivo di spaccare la maggioranza. Noi, come M5s, non dobbiamo cadere nella loro trappola, sapendo che gli strappi unilaterali non portano a nulla. Il ministro Gualtieri ha avviato un percorso saggio, ribadendo la necessità di ancorare la revisione del Mes alle garanzie sulle parti ancora in discussione della riforma dell’Unione bancaria. Dunque, valutiamo se le modifiche al Mes sono perfettibili, ma affermiamo fin d’ora che la proposta tedesca di ponderazione dei titoli è irricevibile. Se dobbiamo contrattare, facciamolo esigendo garanzie reali su questo punto, non semplici promesse: verba volant, come suol dirsi. E in ogni caso, confido che la risoluzione che verrà votata dal Parlamento italiano sarà il frutto di un buon compromesso tra noi e i nostri alleati”.

 

Alleati solo a Roma, o pure nelle regioni? “Ribadisco che sarebbe stato più giusto permettere ai nostri iscritti di votare anche sulla possibilità di riproporre anche in Emilia e in Calabria l’esperimento del patto civico. Se così non sarà, credo che comunque dovremmo aprire una riflessione per le prossime regionali, facendo in modo che siano sempre gli attivisti locali a indicare la via da seguire”.