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Movimento 5 troike

Valerio Valentini

L’economista che ha scritto il programma del M5s spiega il tradimento dei grillini sul Mes

Roma. Lei che li conosceva bene, non è neppure così sorpresa della loro svolta. “Semmai mi sento usata”, dice Lidia Undiemi. “Hanno sfruttato me, le mie competenze e il mio impegno, per prendere in giro milioni di italiani. E del resto è proprio questa apparente furbizia che li sta condannando a morte: hanno promesso tutto e il contrario di tutto, e adesso si ritrovano di fronte all’impossibilità di rispettare i loro impegni”. Ce l’ha coi grillini, la Undiemi, studiosa di economia dichiaratamente eretica, un tempo assai in voga nel mondo del M5s, quando quello era il mondo che gridava contro l’Europa e le sue storture, in primis monetarie, resa celebre dallo studio della fu Ballarò che la strappò dall’anonimato forzoso del suo blog incendiario. “La scrissi io, sì, la parte del programma elettorale del M5s sui trattati europei: quella, insomma, in cui si invocava ‘la liquidazione del Mes’”, ci racconta. “Del resto parlavo di quell’ancora sconosciuto fondo salva stati parlavo già nei meet-up grillini della mia Sicilia”, dice la palermitana Undiemi, “sin dal 2011. E poi, dopo le elezioni del 2013, fui invitata ad alcuni incontri in cui spiegai subito la necessità di costituire un team di esperti, sia economici sia giuridici, per elaborare un programma di riforma delle politiche europee”. Ricorda i nomi, le facce. “Walter Rizzetto, poi passato don FdI. Laura Castelli, Alessio Villarosa, Carlo Sibilia. Nicola Morra, forse quello che si spese di più su questi temi”. Ma ricorda anche le cattiverie, le inimicizie. “Venni sostanzialmente estromessa da questo gruppo di lavoro per volere di una esponente del M5s che non gradiva la mia presenza. Ma non fatemi parlare, non fatemi fare gossip”.

 

Non sia mai. “Feci comunque altri incontri, altre riunioni. Sia all’Ars siciliana, dove c’era Giancarlo Cancelleri. Sia al Parlamento europeo, dove venni invitata da Marco Zanni e Marco Valli”. Sempre, comunque, con una idea ben chiara su cosa si dovesse fare del Mes: abbatterlo anche a costo di uscire dall’Euro. “Diciamo meglio: arrivare a mettere in discussione la moneta unica proprio per abrogare i trattati da cui originano queste assurde norme dell’austerity. Del resto, la situazione oggi è cambiata, e in peggio, nel senso che il Mes costituisce di fatto una governance alternativa dell’Ue, se anche si uscisse dall’euro quel trattato resterebbe in vigore. L’unica misura che ha in qualche modo azzoppato il Mes, è stata quella dell’Omt della Bce”. Al che si resta sorpresi: la Undiemi che elogia Mario Draghi? “Prima o poi anche io gli chiederò scusa, sì. Pensate un po’ dove siamo arrivati”.

 

E insomma si arriva alla stesura del programma. “Era il 9 marzo del 2017 quando vengo contattata dallo staff di Manlio Di Stefano, che era responsabile degli Esteri del M5s. Vengo convocata a Roma per registrare un video”. Titolo: Smantellamento della Troika. “Esatto, e la Troika era appunto, innanzitutto, il Mes”. Che in realtà sarebbe proprio l’alternativa europea alla Troika, ma vabbè. “Per dirla in breve: il M5s aveva già intenzione di inserire nel programma la liquidazione del Mes. Si basarono su una sintesi di quello che io avevo scritto nei miei testi di divulgazione e poi mi chiesero di registrare il video in cui spiegavo tutto in maniera più diffuso”.

 

Ma ora, di quel bellicoso proposito, non resta nulla. E forse è un bene, no? “Di certo io non posso essere d’accordo con questa svolta. Non lo sono nel merito, perché resto convinta che il Mes è il peggiore dei marchingegni dell’austerity europea. Ma obiettivamente credo che neppure al M5s convenga votare a favore del Mes: se lo fa, il Movimento scomparirà, perché avrà abbandonato la sua battaglia principale, quella contro le storture del neoliberismo”. Lasciandola alla Lega? “Be’, io sono una donna convintamente di sinistra, ma su questi temi la coerenza del Carroccio è indiscutibile. Ho avuto vari confronti sui trattati europei con Borghi e Bagnai, e la loro posizione è sempre rimasta la stessa. Certo, io sono un po’ più cauta di loro sull’uscita dall’euro: non credo che sarebbe una scelta indolore come loro dicono. Ma apprezzo al loro fermezza. Anzi, credo che a raccogliere le firme contro il Mes, nelle piazze d’Italia, dovrebbe essere il M5s, e non la Lega”. E però non è del Mes, che si discute in questo momento. Ma di una sua riforma, per certi versi perfino marginale rispetto alla portata complessiva della struttura. “Se ora i grillini accettano la riforma, legittimano di fatto l’intero trattato. E poi per cosa? Per restare qualche altro mese al governo?”

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