Perché Zingaretti lancia la proporzionale corretta con sbarramento
La Direzione nazionale del Pd approva la proposta di legge elettorale del segretario che mette in difficoltà Italia viva e M5s
Roma. “Siamo leali al premier ma agli alleati chiediamo la stessa lealtà”, dice il segretario Nicola Zingaretti aprendo la direzione nazionale del Pd. Un modo per cercare di separare il grano (Beppe Conte) dal loglio (M5s, Italia Viva). Zingaretti spera che un aiuto alla stabilità possa arrivare dal presidente del Consiglio per contenere i riottosi compagni di viaggio, tra chi cerca “visibilità” (i renziani) e chi un’identità (i grillini). Un aiuto non solo simbolico ma pure sostanziale, magari con la nascita di un “partito di Conte” che renda più solida la litigiosa maggioranza di governo.
“Nessun ricatto, nessun ultimatum ma nemmeno uno scambio”, aggiunge Zingaretti in vista della verifica di gennaio, quando peraltro si dovrà chiudere – dice il Pd – la questione della legge elettorale. Zingaretti spiega che “l’accordo va trovato in tempi brevi, prima di metà gennaio, quando ci sarà la sentenza della Consulta sul referendum di Calderoli”. Per questo il Pd chiede una “legge proporzionale a un solo turno”, un “proporzionale corretto con adeguati sbarramenti, liste corte, parità di genere e l’ipotesi del voto per gli studenti fuori sede”. Il Rosatellum è una “legge elettorale pessima che non dà nessuna garanzia di stabilità e può portare squilibri. Serve una nuova legge per ragioni democratiche e di sistema, non per colpire le opposizioni”. Dopo vari incontri di maggioranza, spiega al Foglio il senatore Dario Parrini, che sta seguendo la trattativa sulla legge elettorale, “sono rimasti in piedi due sole ipotesi, due forme di proporzionale corretto che hanno la stessa forza correttiva ma la manifestano in modo diverso”.
Prima opzione: “Sistema proporzionale in cui lo sbarramento deriva non da una o più soglie scritte in legge, ma da soglie cosiddette implicite prodotte dalla ripartizione solo circoscrizionale dei seggi in circoscrizioni (36 alla Camera e 19 al Senato) di dimensioni variabili, in media da 10 eletti ciascuna e tali da generare quindi una soglia implicita media del 6 per cento”. Parlare di dimensione media e soglia media, aggiunge Parrini, “in un sistema caratterizzato dalla notevole differenza dimensionale che ci può essere tra una circoscrizione e l’altra è una forzatura ma serve per capire. Quello appena descritto sarebbe il cosiddetto modello simil-spagnolo, a soglie naturali”. Il modello spagnolo, come noto, non piace a Italia Viva e Matteo Renzi è pronto a dar battaglia. Ma c’è pur sempre la seconda opzione: “Un sistema a riparto nazionale dei seggi dove lo sbarramento è dato da una soglia esplicita nazionale del 5 per cento”, spiega Parrini. “La scelta sarà per l’uno per l’altro dopo aver dialogato con le opposizioni”. A tre gruppi della maggioranza su 5 (Pd, M5s e Autonomie) vanno bene entrambe le ipotesi, “mentre al momento Iv accetta la soglia del 5 ma mette il veto sulle soglie naturali. E Leu accetta le soglie naturali ma mette veto sulla soglia del 5”. A Pd, M5S e Autonomie entrambe le ipotesi vanno bene ma “hanno chiarito che tra le due la preferita da loro è quella delle soglie naturali”. Il sistema a soglie naturali, spiega Parrini, “ha il pregio di limitare la frammentazione del parlamento e il rischio che sia impossibile formare una maggioranza dopo il voto attraverso un meccanismo che sovrarappresenta i partiti grandi e sottorappresenta i piccoli partiti senza però escludere questi ultimi dalla rappresentanza, concedendo loro un diritto di tribuna tramite le poche circoscrizioni grandi”. Per spiegarsi in parole povere: “Un partito del 4 per cento con le soglie naturali entra, non prende il 4 per cento dei seggi, ma entra. Con un sistema a soglia esplicita del 5 per cento non prende nemmeno un parlamentare”. Il sistema con la soglia nazionale al 5 “limita la frammentazione premiando meno i partiti i grandi e tenendo del tutto fuori dal Parlamento chi non supera nazionalmente la soglia. Diciamo che i seggi in più che spettano a chi superano lo sbarramento vengono ripartiti in maniera simmetrica tra tutti i partiti che vanno oltre lo sbarramento, mentre il simil-spagnolo è più bipolarizzante perché avvantaggia di più le prime due forze”.