Pronto un esposto alla procura sull'ex ministro Trenta che premiava i suoi amici
Mentre lasciava il ministero della Difesa firmava 25 encomi (uno al suo bagnino)
Roma. “Soggiorno indimenticabile in una località stupenda”, scrive sulle recensioni di Google un villeggiante. “Strutture e servizi di livello, nulla da invidiare ai più conosciuti villaggi vacanze. Personale cordiale e attento a tutte le esigenze degli ospiti. Piazzole camper attrezzate a pochi metri dal mare, bungalows di nuova costruzione climatizzati, minialloggi e miniappartamenti indipendenti, caletta riservata anch’essa attrezzata, ristorante, 2 bar e animazione presente tutta la giornata, anche di sera”. Dev’essere davvero un posto da favola la Base Logistica Addestrativa di Palau, stabilimento balneare militare sulle coste della Sardegna. Un paradiso con affaccio su Caprera a meno di 30 euro al giorno per la pensione completa in alta stagione. Non c’è da meravigliarsi allora se l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta lo ha scelto per trascorrerci due volte le vacanze. L’ultima nei giorni successivi a Ferragosto 2019 quando il governo Conte era già sull’orlo del collasso e il suo tempo da ministro si consumava veloce nella clessidra. E deve aver fatto davvero un gran lavoro sulla struttura il Tenente Colonnello Antonio Solito, comandante della base di Palau, se appena tornata a Roma e poche ore prima di lasciare il ministero dopo la fine del primo governo Conte l’ex ministra Trenta ha preso carta e penna per conferirgli un encomio solenne. I suoi meriti? Aver assicurato “una accoglienza impeccabile agli ospiti della struttura”, è scritto nel provvedimento firmato il 4 settembre scorso. O ancora, aver compiuto scelte tecniche rivolte “al rispetto dell’ambiente fondamentali per avviare un percorso Green dell’Ente” e “alla protezione e alla sicurezza di tutti gli spazi a disposizione degli ospiti, in particolare, dei bambini che con crescente livello di partecipazione affollano la base”.
Meglio di una recensione su Trip Advisor, anche perché l’encomio solenne è un riconoscimento che pesa sulla vita, sugli avanzamenti di carriera e quindi sullo stipendio, di un militare. “Una lode particolare per atti eccezionali” lo definisce il Codice Ordinamento Militare, solo che l’ex ministra grillino deve aver interpretato in maniera piuttosto estensiva il concetto di “eccezionale” distribuendo riconoscimenti premiali a pioggia. Basti pensare che negli ultimi due giorni al ministero (il 4 e il 5 settembre scorsi) la Trenta ne ha firmati addirittura 25 soltanto a uomini dell’Esercito. Più del doppio di quelli tributati (12) in 52 mesi di mandato dal precedente ministro della Difesa Roberta Pinotti. Una pioggia molto concentrata, però, visto che una percentuale altissima di questi riconoscimenti è caduta guarda caso negli uffici del ministero e sulle scrivanie di alcuni dei più fedeli collaboratori della Trenta. “L’attività premiale costituisce una delle più significative espressioni dell’azione di comando”, scriveva nel 2013 l’allora Direttore Generale per il Personale Militare del ministero della Difesa, il generale Francesco Tarricone, in un circolare nella quale lamentava la pratica dell’encomio facile e spiegava perché i suoi uffici fossero stati costretti ad intervenire per “stralciare” alcuni dei riconoscimenti per insussistenza delle motivazioni. “Tale funzione, di altissima rilevanza e responsabilità – proseguiva – avendo anche considerevoli conseguenze sulla documentazione e, soprattutto, sull’avanzamento del personale, deve essere esercitata, ai vari livelli, con grande sensibilità ed equilibrio. Appare, quindi, evidente che l’aver impiegato particolare e spiccata diligenza nell’assolvimento dei propri incarichi, compiti o mansioni, non può costituire elemento di per sé sufficiente”.
Parole che nessuno deve aver segnalato all’allora ministro Trenta che di elogi è stata tutt’altro che parca, soprattutto nei confronti dei suoi fedelissimi. Ne sanno qualcosa il Capo Ufficio Pubblica Informazione di Palazzo Baracchini nonché autore di alcuni fantozziani scivoloni di comunicazione, il colonnello Francesco Greco, l’ex Capo della Segreteria, il colonnello Antonello Arabia, e il suo consigliere per le Politiche delle Alleanze, il tenente colonnello Toni Caporrella. Oltre a vivere tutti in alloggi di servizio nel “condominio Trenta” in via Flaminia a Roma, infatti, i tre hanno ricevuto tutti un encomio solenne dal ministro. Due, addirittura, nel caso di Arabia e Caporrella. Stesso premio, due volte, è toccato anche al Capitano di Fregata Daniele Panebianco, che del ministro è stato consigliere, e al tenente colonnello Cristiano Pinna, ex aiutante di campo della Trenta. Encomio solenne anche per Mirko Lapi, ai tempi consigliere del ministro della Difesa per l’analisi strategica e la cyber security, al colonnello Antonio Iurato, Capo Ufficio della Segreteria Generale, al Tenente Colonnello Alessandro Di Taranto, sempre della segreteria Generale, al colonnello Massimo Ciampi, Capo ufficio personale militare, al Colonnello Enrico Bellucci, capo del Cerimoniale, al Tenente Colonnello Vincenzo Arcamone, dell’ufficio del personale militare, al maggiore Massimo Coppola, capo sezione Ufficio affari connessi al bilancio nel Gabinetto del ministro, e al Generale Mauro D’Ubaldi, vice capo di Gabinetto. La lista, però, è lunga e comprende anche encomi solenni sulle cui motivazioni in molti hanno strabuzzato gli occhi. Come nel caso del Maggiore Antonio Lamia, addetto alla Segreteria, al quale il riconoscimento è stato tributato di fatto per “l’estensione del sistema documentale informatico”. O del Caporal Maggiore Scelto Azzurra Cattino e del Caporal Maggiore Capo Ciro Gigi, collaboratori della Segreteria e del Gabinetto del ministro, i cui encomi firmati il 3 e il 4 settembre sono praticamente in fotocopia con circa 250 parole copiate e incollate dall’uno all’altro provvedimento. Degni di nota, poi, l’encomio solenne concesso al Brigadier Generale Rodolfo Pascali per il lavoro svolto “nell’ambito delle materie di responsabilità a lui assegnate in materia di protezione dei dati personali” e quello tributato al Capitano Giuseppe Iannello per l’impegno “relativo all’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi, nonché del piano di Gestione delle Emergenze di Palazzo Baracchini”. Una messe di riconoscimenti e premi su cui presto potrebbe dover fare luce la magistratura visto che il Sindacato dei Militari ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma “affinché sia accertata la regolarità delle procedure di assegnazione”.