Quirinale plastic free
Le eleganti borracce in alluminio con stemma e tutte le altre scelte ecologiche del Colle più green d’Italia
Roma. Non si sa se grazie anche alla recente visita in California, tempio del biologico e dell’ambientalismo, ma Sergio Mattarella ha deciso di trasformare il Quirinale in un avamposto di sostenibilità. Da settembre, come conferma la presidenza la Repubblica al Foglio, il Colle ha abolito completamente la plastica usa e getta. Non solo a Roma ma anche nelle altre residenze come Castelporziano. Nel trimestre settembre-novembre sono state così “risparmiate” 14.250 bottigliette d’acqua, pari a quasi 150 tonnellate di plastica. Al loro posto, i 950 dipendenti della presidenza sono stati dotati di eleganti borracce di alluminio con lo stemma della Repubblica (e magari una comparirà anche stasera nel messaggio di fine anno, sulla scrivania presidenziale). Anche le macchinette automatiche sono state rieducate, e da settembre vendono contenitori e utensili completamente biodegradabili al posto di: 5 mila bicchieri di plastica, 1.500 bicchierini da caffè, 2.800 cucchiaini, 15 mila palettine di plastica, che servivano soprattutto alle scolaresche in visita. Il risparmio, compresa Castelporziano, è di quasi cinquecento tonnellate di plastica in soli tre mesi, quindi di 2.000 l’anno.
Nella residenza a mare, dove i presidenti usavano trascorrere le vacanze e che Mattarella ha trasformato sempre più in un centro estivo per anziani e disabili, è stata poi installata una fontana di acqua minerale in collaborazione con l’Acea, che ha erogato in tre mesi l’equivalente di novemila bottiglie, equivalenti a oltre 250 tonnellate di plastica. Il risparmio è pari, dicono dal Quirinale, a 1.766 chili di CO2, che sommata alle emissioni necessarie per i trasporti arriva a 3,4 tonnellate per tutta la presidenza. Mattarella ha preso molto sul serio l’impegno ambientale, e pare che abbia voluto dare il buon esempio accelerando molto sull’uso di materiali biodegradabili nella più alta sede istituzionale. Ben piazzato anche il Parlamento, che dall’estate ha abolito la plastica, e già da inizio della legislatura aveva trovato nel presidente della Camera Roberto Fico un entusiasta sostenitore; mentre in Senato “gli uffici hanno già ricevuto indicazioni per sostituire i bicchieri di plastica con quelli biodegradabili”, ha detto a luglio la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. Molto male invece palazzo Chigi: dove macchinette e bar sfornano ancora le deprecabili bottigliette, nonostante a ottobre il presidente Conte avesse annunciato una presidenza “ecofriendly” che prevede “progressiva sostituzione delle auto di servizio con autovetture a basso livello di agenti inquinanti, l’installazione di rastrelliere per le bici, la creazione di spogliatoi per i ciclisti e abolizione delle plastiche monouso”. “Palazzo Chigi deve diventare plastic free, l’ho detto anche altre volte. Vorrei che anche chi lavora a palazzo Chigi abbia la sua borraccia”, ha detto il premier, ma l’obiettivo (e la borraccia) sono ancora lontani. Tra gli omologhi di Mattarella, invece, in Europa sono ancora poche le sedi istituzionali ad avere abolito la plastica. Nel Regno Unito Buckingham Palace si sta convertendo al “plastic free” dopo Elisabetta si è detta molto impressionata da un documentario del suo amico David Attenborough: e il restauro del palazzo reale, che prevede una spesa di 369 milioni di sterline su dieci anni, prevede pannelli solari e centrali a biogas e un risparmio di 554 tonnellate di anidride carbonica, mentre le imprese che vorranno d’ora in poi sfoggiare il “royal warrant”, lo stemma di fornitori reali, dovranno dare garanzie di sostenibilità.