Bisognerebbe occuparsi d’altro, ché il mondo è più grande e terribile del Papeete, però il senatore Salvini, che non sarà mai condannato come finge di credere a quindici anni di carcere per sequestro plurimo aggravato, merita un esame della giustizia politica unica autorizzata a giudicare chi governa per atti di governo, il Tribunale dei ministri, a proposito del suo operato al Viminale. Luca Gambardella ha già spiegato tutto qui nei giorni scorsi sulla pelosa autodifesa dell’ex ministro, trasformata in piattaforma insieme di fuga dalle responsabilità e di autoincensamento a scopi elettorali, il defensor Patriae. Si può solo aggiungere qualche glossa, specie in relazione all’inaudita e crassa campagna dei “liberali per Salvini”, la più stupida genia di parapolitologi e parasociologi che la stramba Italia si potesse inventare di questi tempi.
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