Emiliano, con amici a destra e sinistra, scopre di non piacere a tutti
Il governatore-magistrato, consacrato da primarie preconfezionate, cerca i voti dei renziani dopo averli insultati fino a ieri
Taranto. “In passato ho criticato Renzi, ma ora sono pronto ad allearmi con lui”, così ieri Michele Emiliano all’annuncio di Renzi e Calenda di voler presentare un proprio candidato in Puglia. “La mia coalizione come il comitato di liberazione nazionale deve tenere insieme tutti quelli contrari all’avanzata della destra fascista, ma mai con i renziani”, aveva detto invece una settimana fa, alla vigilia delle primarie. Il governatore pm era convinto che non avrebbero proposto un’alternativa: lo sbarramento è all’8 per cento e in Puglia i renziani sono rimasti in pochi. E anche quelli sono suoi. Il metodo Emiliano è sempre stato quello di piazzare fedelissimi ovunque, con sé e contro, in tutte le correnti e partiti, in modo da controllarne le decisioni da dentro. È stato così, ad esempio, per il sindaco di Bari Antonio Decaro, che oggi chiede il voto per il suo talent scout Emiliano, dimenticando lo spot sulla panchina mentre mangiava la focaccia con Maria Elena Boschi. O per il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, renziano a Roma per entrare in parlamento ed emilianista a Bari.
Così, nei giorni scorsi i quotidiani locali indicavano come candidato di Renzi e Calenda proprio il firmatario del ricorso ancora pendente al tar del Lazio contro il dpcm Ilva di Calenda. Chi critica la proposta di una candidatura alternativa non avendo partecipato alle primarie, non sa come vengono fatte in Puglia. Basterebbe chiedere un inesistente registro degli elettori, o guardare l’affluenza. Con paesini che doppiano i capoluoghi, comuni con risultati più alti alle primarie che alle elezioni, seggi col 100 per 100 di preferenze al vincitore. Del resto, dal giorno dopo, l’analisi del voto è diventata una conta tra califfi a chi aveva portato più voti al sultano. Mentre al quartiere Tamburi di Taranto, dove Zingaretti era salito su un tetto due mesi fa, hanno votato solo 50 persone: la decarbonizzazione non li ha convinti. Emblematico è il caso di Nardò, il comune guidato da un sindaco vicino a Casapound grande sponsor di Emiliano: qui il governatore ha preso 1.100 voti contro le poche decine agli sfidanti. Del resto Emiliano non ha mai negato che la destra, in Puglia, sta con lui. Perlomeno quella che ha sistemato tra agenzie e partecipate. A queste primarie lo ha votato persino chi cinque anni fa era suo sfidante alle regionali come candidato presidente in coalizioni avverse (Schittulli e Rossi), come pure il suo ultimo avversario sindaco di Bari ora nominato presidente dell’Acquedotto pugliese (Di Cagno Abbrescia). Del resto lo ha ammesso persino D’Alema: “Con noi ci sono anche i fascisti, c’è Emiliano”.
Le primarie preconfezionate servivano solo a legittimare l’unico vero candidato, blindarlo di fronte al Pd nazionale, e imporlo a una coalizione che non esisteva. Il paragone con l’Emilia Romagna, e con Bonaccini, non sta in piedi. Non solo i dati della Banca d’Italia, ricordati su queste pagine, marcano la distanza tra il buon governo emiliano-romagnolo e il cattivo governo Emiliano-pugliese. Ma c’è anche una differenza politica politica sostanziale: Bonaccini non ha mai inseguito il populismo. Non a caso il governatore emiliano è un difensore dell’attività estrattiva lungo la costa adriatica, a differenza dell’Emiliano governatore che dopo aver perso il referendum contro una legge del governo del partito di cui ancora faceva parte prima di essere cacciato dal Csm, ha presentato decine di ricorsi contro le trivelle, perdendoli tutti.
Il fatto che c’è chi voglia sottrarsi a questo modo di governare l’ha colto di sorpresa. Nella stessa intervista in cui diceva “mai più con i renziani”, aggiungeva: “L’unico modo per escludermi dal gioco è farmi del male, fisicamente o sul piano giudiziario”. Ora dice: “Ho bisogno anche degli amici pugliesi di Salvini, Renzi e Calenda che se vogliono stare con me contro quelli del nord a me va benissimo”. Non concepisce che in Puglia possa esserci qualcuno che non voglia stare con lui.