Parlateci di Ruotolo!
Il giornalista candidato a Napoli è il simbolo di ciò che il Pd non può essere
Alle elezioni suppletive di Napoli il Pd ha deciso di allearsi con il sindaco descamisado Luigi de Magistris per appoggiare la candidatura del giornalista Sandro Ruotolo. La decisione è tutta contingente, il Pd a Napoli è lacerato e sconfitto da tempo e De Magistris, che da anni cerca il salto sul palcoscenico comunale, non è mai riuscito con il suo movimento DeMa a uscire dai confini cittadini. Così, nonostante le enormi differenze e le storiche contrapposizioni, Pd e DeMa hanno deciso di unire due debolezze per trasformarle in una forza politica. La scelta non poteva che cadere su un candidato della “società civile”, come sempre accade quando i partiti sono malfermi: Sandro Ruotolo. Può darsi che l’operazione funzioni. La tattica ha un suo senso, ma di troppa tattica si muore. Soprattutto al sud. Il Pd, che dice di opporsi alla cultura giustizialista e intanto non riesce a fermare il nuovo processo penale fatto da Bonafede, dovrebbe forse farsi qualche domanda sui danni alla politica (e anche alla sinistra) prodotti da De Magistris, prima da magistrato e poi da politico sempre arruffapopolo, ma anche dal candidato che ora appoggia, protagonista a lungo di un certo giornalismo giustizialista. Ad esempio, quando era inviato di punta di Michele Santoro, Sandro Ruotolo è stato protagonista di puntate e servizi a tesi che hanno distrutto l’immagine di persone e aziende sulla base di accuse che poi si sono rivelate infondate. Un esempio è l’accusa al mondo delle “cooperative rosse”, in particolare alla Cpl Concordia, accusata di aver ottenuto appalti per la metanizzazione dell’agro aversano grazie ad accordi con la Camorra: un “patto scellerato”, sempre così viene definito, “tra il clan dei casalesi e la coop Concordia”. Le accuse che erano quelle dei pm, a loro volta basate sulle parole del boss “pentito” Antonio Iovine, venivano rilanciate acriticamente da Ruotolo nella puntata evocativamente intitolata “I gasati”, in cui si parlava apertamente di collusioni tra coop rosse e casalesi e di collateralismo tra coop e Pd. Alla fine i dirigenti della Cpl Concordia sono stati assolti, in primo grado e in Appello, perché il fatto – in questo caso il patto – “non sussiste”. E Ruotolo è candidato con il Pd.