Roma. Forse nessuno ha orecchio per capire la musica della propria esistenza, figurarsi per fermarla al momento giusto. E l’errore che alcuni colonnelli della Lega stanno compiendo, per amore del partito, della politica e persino del loro inarrestabile leader, è credere che Matteo Salvini possa anche solo per un istante, e anche solo per ragioni di tattica, guarire da se stesso. Oggi infatti il segretario della Lega, riunito il poco più che esornativo consiglio federale, ripeterà la storia del “rullo compressore”. E nessuno, né Giorgetti né Molinari, né Rixi né Romeo, potranno mai convincerlo a passare “dalla logica della guerra lampo a quella della guerra di posizione”.
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