Più giustizia, meno tasse, meno spese inutili. Tre idee per dettare l’agenda e spezzare le catene del populismo
Ad agosto Matteo Renzi in fondo l’ha azzeccata e la decisione di spingere il Pd a lasciare Matteo Salvini al Papeete a chiedere pieni poteri in mutande e con un mojito in mano ha portato più frutti del previsto: l’Italia poteva essere un passo fuori dall’Europa, e invece non lo è; il governo poteva essere nelle mani di Borghi e Bagnai, e invece non lo è; il grillismo poteva essere ancora tonico, e invece non lo è; e nonostante il più che perfettibile governo guidato da Giuseppe Conte, la popolarità di Salvini non è affatto aumentata, l’Emilia-Romagna non è stata persa e il leader della Lega si ritrova ad avere un competitor persino all’interno della propria coalizione.
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