Cambiare l'agenda delle priorità e del dibattito
Come si batte Salvini? Né scimmiottandolo né demonizzandolo, perché in un modo o nell’altro gli tiri la volata. La chiave, a parer mio, è inventarsi nuovi “prodotti” per il mercato politico che sostituiscano quelli venduti dalla bottega Salvini. Un esempio bizzarro ma non troppo: chi avrebbe mai pensato negli anni Novanta che la posizione dominante di Microsoft (leggasi: Salvini) nel mercato informatico potesse essere insidiata? Sembrava inscalfibile! Certamente non sarebbe accaduto tramite sanzioni antitrust (leggasi: processi per il caso Gregoretti), né confidando che tutto il mondo potesse diventare come quella piccola elité che da sempre comprava Mac (ergo, voto in Emilia Romagna). Il ridimensionamento di Microsoft è avvenuto quando è mutato il paradigma tecnologico, con l’arrivo di Internet, dei tablet, degli smartphone, etc. Cambia il paradigma e cambiano i bisogni reali e percepiti dei consumatori. Così, dovremmo cercare di imporre nel dibattito temi e bisogni diversi dalle ossessioni e dalle paure imposte dalla narrazione leghista. Salvini è un follower di paure, occorre essere leader di aspettative. Dobbiamo inquietare e far innamorare gli italiani di nuove urgenze: altro che immigrati, abbiamo il problema della futura pensione per i giovani, una chimera di cui nessuno si occupa; più che della flat tax farlocca, parliamo del dramma dei salari troppo bassi, perché bassa è la produttività e alte sono le tasse; la sostenibilità ambientale è un tema senza colore politico che riguarda il futuro dei nostri figli, Salvini non sa nemmeno di cosa si tratti; anziché perder tempo ad abbaiare contro l’Europa, redigiamo un’agenda di obiettivi irrinunciabili che l’Italia vuol vedere realizzati sì o sì in ambito Ue. Europeisti, ma con cazzimma. Insomma, cambiamo l’agenda delle priorità e del dibattito, per solleticare a sufficienza l’egoismo dell’elettore che vuole guadagnare di più, vivere meglio ed essere più sicuro del futuro, facendogli dimenticare le scemenze del Papeete, dei citofoni, di Bibbiano, dei mini-bot e così via. Un’agenda ottimistica e “individualista” (ma che poi sotto sotto è altruista) per battere la mediocrità pessimistica del sovranismo.