Esaurito il capitolo dell’Emilia-Romagna si passa alla prossima battaglia campale. La Toscana, epicentro della politica degli ultimi anni. La strategia leghista, la tenuta del Pd, l’inconsistenza dei 5s. Un’inchiesta
La Toscana è stata negli ultimi anni l’epicentro politico dell’attualità italiana. Terra (ex) rossa che ha fornito persino al centrodestra un pezzo della sua classe dirigente (Marcello Pera, Sandro Bondi, Denis Verdini, Paolo Bonaiuti), nonché la culla della rottamazione (Matteo Renzi). C’è stato un periodo in cui al governo si parlava toscano, adesso di toscani non ce n’è nemmeno l’ombra, né nella segreteria del Pd (con l’eccezione dell’aglianese Marco Furfaro, da poco responsabile comunicazione della segreteria Zingaretti) né soprattutto nell’esecutivo, ed è tutto un fiorire di battute in stile Boris sui toscani che hanno rovinato questo paese. Esaurito il capitolo emiliano-romagnolo di questo 2020 elettorale appena iniziato, si passa alla prossima battaglia campale: la Toscana, regione che con l’appannamento del renzismo vive ora di luce riflessa. In primavera c’è il voto insieme a Puglia, Campania, Veneto e Marche. Ma lì più che altrove si ripeterà la sfida fra Lega e Pd che si è vista pochi giorni fra in Emilia-Romagna.
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