Giani ci spiega perché il centrosinistra può vincere anche senza M5s
La Toscana è l’unica regione dove Pd e Italia Viva non bisticciano. “Possiamo essere un modello”, dice il candidato governatore
Roma. Il centrosinistra non ha bisogno del M5s in Toscana, dice il candidato Eugenio Giani al Foglio. Anche perché, spiega, “io sto sui programmi. E su temi come l’alta velocità, questione fondamentale per Firenze visto che il sottoattraversamento libererebbe i binari di superficie, con gran beneficio per i pendolari che viaggiano sui treni regionali, loro sono contrari. D’altronde, Alfonso Bonafede era l’avvocato dei comitati. E io sono questioni del genere non sono in grado di mediare. Stesso discorso sull’aeroporto di Firenze. Loro sono contrari allo sviluppo, io sono a favore”.
Giani peraltro ha già una coalizione molto ampia. “Fra partiti e associazioni già in 20 mi sostengono”. Tra questi ci sono anche Pd e Italia Viva (oltre a Italia dei Valori e Partito Socialista). La Toscana è l’unica Regione in cui tra democratici e renziani non ci sono scazzi, almeno per ora. “Si sono sedimentati tanti temi programmatici che consentono a questa alleanza di reggere. Poi c’è da dire che la Toscana ha sempre avuto un sistema di coesione sociale che su un piano della prospettiva futura può garantire tutto. Dal punto di vista sociosanitario, per dire. E non dimentichiamo il grande ruolo del volontariato. Sono tutte cose sulle quali come coalizioni ci troviamo d’accordo. Ma la cosa originale, come Regione, è che per ora la coalizione va dalla sinistra di Articolo 1 a Italia Viva”. Dalla sinistra al centro, insomma. “La Toscana può essere un modello”, dice Giani. Un modello in cui non c’è spazio per i Cinque stelle, almeno come partito. Diverso è il discorso per singoli esponenti che decidono di abbandonare i grillini. E’ già successo, osserva Giani: “Il consigliere dei Cinque stelle, Gabriele Bianchi, è venuto con noi. Ha fondato una associazione, Toscana nel cuore, che ha al centro la legalità e la lotta alla mafia. E’ molto vicina alla Fondazione Caponnetto”.
Il programma di Giani si concentrerà su “quattro capitoli: lavoro, ambiente, sanità e cultura. Voglio tutelare il know how della Toscana, per questo come prima cosa proporrò una legge sul made in Tuscany per valorizzare i nostri prodotti e per tutelarli sui mercati internazionali. Quanto alla cultura, partirò da un gesto emblematico. Voglio creare degli spazi culturali. Lo stesso palazzo dove si trova oggi la Regione, Sacrati Strozzi, sarà trasformato nel museo della Toscana con l’archivio fotografico Alinari che l’attuale giunta ha appena acquistato. Non mi interessa una sede monumentale, mi basta quella che c’è in piazza dell’Unità d’Italia. Penso invece che sia un arricchimento avere spazi museali e culturali in tutta la città”. Stesso discorso per la storia locale, dice Giani. “Ho parlato con il sovrintendente scolastico per capire se si può finanziare un’ora alla settimana di storia locale in prima e seconda scuola superiore. Perché esiste sì una storia nazionale ma c’è anche una grande storia della Toscana”.
Il centrodestra, invece, per ora non ha ancora un candidato ufficiale e, dice Giani “mi sembrano logorati da divisioni troppo grosse e questo mi dispiace perché il loro candidato non arriverà dalla Toscana ma da Roma e sarà il burattino nelle mani del potere nazionale. Nelle Regioni, invece, è giusto che una classe dirigente venga fuori dal basso. In questo modo, invece, chiunque sia il candidato, anche una persona specchiata, rischia di essere un burattino mandato da Roma e che risponderà a Roma. In certi momenti invece occorre che le Regioni facciano i propri interessi rispetto allo stato nazionale”.