Passeggiate romane
I sospetti di Renzi sugli attacchi di Conte alla Lega. Occhio a Roma
Il Pd stoppa le iniziative, Italia viva non attacca il premier (ma neanche lo difende), preoccupazioni per le suppletive romane
Il coronavirus ha fermato tutto (tranne le liti tra Giuseppe Conte e Attilio Fontana di cui ci occuperemo alla fine). Mentre la Camera e il Senato decidono il da farsi per quanto riguarda le sedute (diversi parlamentari sono andati da Roberto Fico ed Elisabetta Casellati a porre il problema riservatamente) il Partito democratico ha deciso di stoppare tutte le iniziative previste per questa settimana. E al Nazareno aspettano di sapere quale sarà l’evoluzione di questa emergenza prima di riorganizzare altri appuntamenti.
Il coronavirus ha sospeso anche il braccio di ferro tra Renzi e Conte. Come è noto il leader di Italia viva ha rinunciato all’incontro di domani per evitare polemiche in questa fase. Al Nazareno brindano per questo stop: “Renzi era finito in un cul de sac. Non sapeva come rientrare dal suo bluff e l’emergenza del coronavirus gli ha permesso di farlo senza perdere la faccia”, dicono al Nazareno. Ma in realtà Nicola Zingaretti è sempre preoccupato per le possibili future mosse dell’ex presidente del Consiglio. “Vedrete che tornerà alla carica”, approfittando del fatto che in questa fase non si può votare.
E a proposito di voto. A Palazzo Chigi e al ministero dell’Interno si stanno attrezzando all’eventualità che l’emergenza duri ancora a lungo. In questo caso il governo potrebbe decidere di rinviare il referendum sul taglio dei parlamentari. Infatti se l’Italia si blocca – è il ragionamento che viene fatto in queste ore – diventa impossibile tenere una consultazione elettorale.
Sempre a proposito di elezioni, il Partito democratico sta decidendo in queste ore se non sia il caso, dopo la vittoria di Sandro Ruotolo a Napoli, di rinsaldare l’asse con De Magistris e non candidare più Vincenzo De Luca alla presidenza della regione Campania.
Ancora elezioni e ancora coronavirus: al Nazareno, dopo la vittoria di Sandro Ruotolo a Napoli si aspetta con grande fiducia anche l’elezione di Roma per il seggio lasciato libero da Paolo Gentiloni dopo la sua nomina a commissario europeo. Come è noto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è il grande favorito, ma ci sono timori per l’affluenza, visto che alle elezioni di Ruotolo ha partecipato solo il 10 per cento degli elettori napoletani. Anche a Roma quindi si aspettano numeri molto bassi. Ma per il Pd un conto è eleggere uno come Ruotolo con un’affluenza irrisoria, un altro è fare la stessa cosa con il titolare dell’Economia. Per questa ragione in questi ultimi giorni il Pd farà una campagna mirata per mobilitare i propri elettori che, nel collegio di Roma uno, sono numerosi.
Al Partito democratico l’esame dei sondaggi è diventato un assillo. Al Nazareno si compulsano ogni giorno i dati forniti dai diversi istituti. Oltre alle percentuali previste per il Pd sono due i partiti su cui si concentra l’attenzione dei democrats. Italia viva, ovviamente, che comunque finora non sembra destare preoccupazioni. E Salvini. A proposito di quest’ultimo al Nazareno scommettono che “alla fine di questa emergenza la Meloni, che sta usando decisamente toni più sobri rispetto a Salvini, nei sondaggi sarà vicina al leader della Lega”.
E veniamo a Conte. I renziani (ma non solo loro perché anche nella Lega c’è questo sospetto) sono convinti che il premier abbia picchiato duro sulla Lombardia, prendendo spunto dai protocolli usati in un ospedale, per evitare la possibile deriva di un governo di unità nazionale con il Carroccio per affrontare l’emergenza del coronavirus. Secondo alcuni osservatori, sarebbe stato lo stesso premier che, con questo obiettivo in testa, avrebbe provocato la polemica di queste ore, rientrata poi ieri pomeriggio.