Roma. Alle cinque del pomeriggio, quando ancora non è chiaro se la decisione verrà presa oppure no, o magari rinviata, Alessia Rotta si stringe nelle spalle: “Questo è un governo che si regge sul compromesso”, dice la deputata del Pd, nella buvette di Montecitorio. Solo che le scuole no, non possono restare socchiuse, aperte solo un po’. “E infatti quando bisogna decidere davvero, bianco o nero, si entra in difficoltà”. Fosse stato per Dario Franceschini, la decisione sarebbe stata chiara già martedì sera. “Ma come possiamo imporre agli italiani di non stringersi le mani, e nel frattempo non chiudere le scuole?”, era sbottato il capo delegazione del Pd di fronte al premier, in un confronto che, dice chi c’era, c’è mancato poco che si trasformasse in una zuffa.
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