Le firme raccolte per il referendum contro il taglio dei parlamentari (foto LaPresse)

Il governo rinvia il referendum. E blinda la legislatura fino al 2022

La consultazione sul taglio dei parlamentari, fissata per il 29 marzo, potrebbe tenersi a maggio o a settembre. Poco cambia, sarà questo Parlamento a eleggere il nuovo capo dello stato

Era solo una questione di quando. Troppo difficile garantire il corretto svolgimento del referendum sul taglio dei parlamentari fissato per il prossimo 29 marzo. Troppo difficile, soprattutto, garantire il corretto svolgimento della campagna elettorale. Anche alla luce delle misure introdotte con il decreto del presidente del Consiglio per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Così, alla fine, il governo ha deciso di rinviare tutto “sine die”. 

 

“Il governo - ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà - ha ritenuto opportuno rivedere la decisione circa la data del referendum che era stata fissata prima dell'emergenza sanitaria, allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un'informazione adeguata. Le procedure referendarie in Italia e all'estero dunque si sospendono e saranno rinnovate quando sarà fissata una nuova data per il referendum. La legge ci consente di fissare la nuova data entro il 23 marzo 2020, in una domenica compresa tra il 50esimo ed il 70esimo giorno successivo all'indizione”.

  

 

Difficile capire cosa succederà da qui al 23 marzo e, soprattutto, nei mesi a venire. Maggio potrebbe essere la prima finestra utile magari accorpandolo alle regionali. Ma in molti propongono addirittura di rinviare tutto a settembre quando l'emergenza coronavirus, ragionevolmente, sarà definitivamente superata. Ed è qui che scatta il countdown della legislatura. Perché teoricamente esiste la possibilità di svolgere elezioni anticipate entro giugno 2021. Ma è altrettanto certo che ad agosto 2021 scatterà il semestre bianco (durante il quale il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere). E quindi la domanda è semplice: quale partito, vedendo a portata di mano l'obiettivo di eleggere il nuovo Capo dello Stato come espressione dell'attuale maggioranza giallorossa, si assumerebbe la responsabilità di aprire una crisi di governo? Insomma, la legislatura sembra destinata ad arrivare, chissà quanto serenamente, almeno fino al 2022.

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