Contro l'emergenza Covid, restiamo a bordo del Parlamento

L'appello dei deputati e senatori di Cambiamo! per un governo di salute pubblica e per un prestito nazionale dedicato al rilancio economico

La classe politica nel suo complesso ha, attraverso le Istituzioni nelle quali rappresenta i cittadini, il dovere di guidare il Paese. Ecco perché, nel momento in cui tutti gli italiani sono chiamati a fronteggiare un’emergenza inaspettata e di dimensioni mai più vissute dalla seconda guerra mondiale, la politica non può chiamarsi fuori, tutt’altro, deve RESTARE A BORDO!!

  
Prima di tutto riaprendo, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, il Parlamento che detiene il potere legislativo: dunque non il semplice voto dei provvedimenti proposti dall’esecutivo, ma la loro discussione, elaborazione e modifica. Come opposizione determinata ma propositiva, la sterile polemica politica non ci appassiona, tantomeno in un frangente critico come quello che stiamo vivendo. La delega del potere legislativo a quello esecutivo non può essere concesso ad un governo che fino in fondo ha dimostrato incertezze, atteggiamenti ondivaghi, scarsa visione della reale dimensione della crisi.

  

La risposta a questa emergenza deve essere forte e interessare necessariamente tutte le rappresentanze politiche: per far fronte ai prossimi mesi è necessario un Governo di Salute Pubblica in cui un arco parlamentare, il più ampio possibile, sia coinvolto e corresponsabile. Servono misure eccezionali: il ‘whatever it takes’, negato dall’improvvida prima comunicazione della Presidente della BCE, Lagarde, è stato invece il fulcro degli interventi di tutti i leader europei, compresi i più recalcitranti, e ha portato alla nuova decisione della BCE, su spinta anche del Fondo Salva-Stati, di immettere 750 miliardi attraverso il QE nel sistema economico per tutto il 2020, nonché all’annunciata sospensione del patto di stabilità sulla cui concretizzazione bisognerà vigilare attentamente.

  

L’Europa come la conoscevamo, e in parte combattevamo, fino a poche settimane fa non esiste più. Con la sospensione del trattato di Schenghen e il ‘non detto ma sottinteso’ superamento dei parametri di Maastricht, l’Unione si trova ad un bivio che vede da una parte la disgregazione e dall’altra la rinascita, sotto forma di organismo più politico e meno burocratico: questo bivio è rappresentato da come l’Europa affronterà questa emergenza, se sarà in grado o meno di mettere in campo strumenti seri, non solo per arginare il contagio dell’infezione, ma per contrastare gli effetti economici disastrosi di uno shock combinato di domanda e offerta. Il sostegno e il rilancio del sistema economico nazionale è possibile solo immettendo liquidità nel sistema per sostenere le imprese e le famiglie, garantire la tenuta del sistema bancario e utilizzare un “bazooka” finanziario che restituisca fiducia al Paese.

  

Un Prestito Nazionale, che raccolga fondi privati delle famiglie italiane adeguatamente remunerati e con scadenza trentennale, esclusivamente dedicato al rilancio economico, con una prima disponibilità di almeno 200 mld, completato anche attraverso una mega emissione di obbligazioni della CDP, fuori dal perimetro del debito pubblico, o con l'emissione di Eurobond, garantiti quindi dalla BCE. Diventa decisivo in questo momento, data la debolezza e la sottocapitalizzazione delle aziende italiane, estendere l’utilizzo della “golden power” in modo tale che lo Stato possa esercitarla non solo per le imprese definite tradizionalmente strategiche, ma anche per difendere il sistema industriale e produttivo nel suo complesso, in deroga alle regole di mercato europee.

 

Come primo Paese europeo a fronteggiare l'epidemia da coronavirus siamo tenuti a fare da apripista sia in campo sanitario che economico, promuovendo a livello europeo le misure e le strategie di rilancio. La nostra non è solo una proposta di intervento, che guiderà l’attività parlamentare in merito ai provvedimenti economici riguardo alla crisi, ma è anche un appello a tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, ad assumere la gravità della situazione, ad abbandonare ogni prerogativa della polemica politica e ad accettare la responsabilità congiunta di portare il Paese fuori da una crisi inimmaginabile.

  

I deputati e senatori di Cambiamo! Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte, Giorgio Silli, Massimo Berutti, Gaetano Quagliariello e Paolo Romani.

Di più su questi argomenti: