Passeggiate romane
Da dove nascono i dubbi del Pd sulla tenuta istituzionale di Conte
L’emergenza è l’emergenza e non si sentirà volare una mosca. Ma nei rapporti tra gli alleati c’è una novità. Aspettando il dopo
Sul coronavirus si giocano diverse partite politiche. C’è quella, ormai venuta allo scoperto, della coppia Giuseppe Conte-Rocco Casalino che tenta di lanciare definitivamente il premier accrescendone la popolarità a suon di like su Facebook e di apparizioni sui social con l’aria grave o rassicurante a seconda del caso. Ma ce ne è anche un’altra, quella che sta giocando il Partito democratico per disfarsi dell’alleato-concorrente Matteo Renzi. Per questo motivo i vertici del Pd, per esempio, hanno tardato ad ammettere che è giusto che il Parlamento sia aperto e che si esprima sul decreto cura Italia. Lo ha cominciato a fare ieri Andrea Orlando, vice segretario del partito. Ma prima dal Nazareno c’era stato solo silenzio perché a cavalcare quella battaglia era stato Matteo Renzi. Non solo non bisognava dargli ragione, ma occorreva dipingerlo come in combutta con Matteo Salvini. Cosa che è stata puntualmente fatta anche grazie all’apporto di alcuni giornali amici. Il tentativo è quello di dipingere Renzi e Italia Viva (che annaspa nei sondaggi, visto che l’emergenza premia le forze politiche maggiori) come un irresponsabile che preferisce far asse con il leader dell’opposizione piuttosto che aiutare il suo governo.
Sempre a proposito del Pd, bisogna però sottolineare anche che l’aver deciso di mettere Matteo Renzi nel mirino non fa sfuggire al Pd il problema rappresentato dalla gestione comunicativa di palazzo Chigi in questo frangente. Al Nazareno, si sa, non hanno mai amato Rocco Casalino. Di certo i Dem non lo amavano quando stavano all’opposizione, ma anche ora che governano insieme a Giuseppe Conte e ai 5 stelle sono molto diffidenti nei confronti del portavoce del premier. E temono che la sua strategia comunicativa se nel breve periodo possa servire ad aumentare i like di Conte nel medio e nel lungo periodo possa invece ritorcersi contro il governo. “Bisogna stare attenti ed essere molto prudenti – è il monito del Nazareno – perché i cittadini potrebbero cominciare a innervosirsi, tanto più che quando finirà l’emergenza della pandemia avremo da fronteggiare l’emergenza economica”. Insomma, il timore è che esploda il disagio sociale. È una possibilità. A quanto pare al Pd l’hanno ben presente, a palazzo Chigi un po’ meno.
Raccontano che anche al Quirinale in questi giorni ci siano state delle perplessità sull’atteggiamento tenuto dal premier. E non solo quelle che nutre il Pd. Ha stupito, per esempio, il fatto che Giuseppe Conte non abbia cercato sin da subito di instaurare un rapporto di correttezza istituzionale con Matteo Salvini. Anche le intemerate del leader leghista non sono piaciute a Mattarella ma il capo dello stato ritiene che comunque un uomo delle istituzioni sia obbligato a mantenere corretti rapporti con le opposizioni. Un conto è Salvini, che è ormai solo un leader politico, un altro il capo del governo. E i bene informati raccontano che anche i continui aggiustamenti dei decreti e delle ordinanze non siano stati visti proprio di buon occhio dal Colle.
Mentre le Camere sono vuote, ogni politico si ingegna come può. Gianni Cuperlo ha dato appuntamento ai follower su Facebook per spiegare e raccontare i libri. Undici appuntamenti su Fb e altrettanti libri che hanno interessato o sono piaciuti al responsabile della fondazione culturale del Pd. Anche Roberto Giachetti di Italia viva non è restato con le mani in mano. Sempre su Facebook dà appuntamento ogni mattina per una rassegna stampa ragionata. Non solo: sulla sua pagina ogni sera va in onda “casa Giachetti”. Uno spazio in cui il parlamentare di Italia viva “gioca” con amici ed elettori. Una volta a trivial, un’altra alle parole crociate. I giochi naturalmente sono intervallati da chiacchiere politiche ma il clima è quello di una rilassata serata tra amici al tempo del Coronavirus.