editoriali
Il centrodestra e il trauma del 2011
Sull’euro a destra prevale l’irresponsabilità e si racconta una storia di comodo
In questi giorni è scoppiata una discussione politico-filologica sulle origini del Mes, ormai diventato un’incarnazione del male, simbolo dell’oppressione europea e del dominio tedesco. La gara, fra tutti i partiti, è a dire che nessuno lo ha voluto, nessuno lo ha firmato e nessuno mai ne farà ricorso. La discussione più interessante però è quella nel centrodestra italiano. Perché la profonda ostilità e avversione al cosiddetto Fondo salva stati è il frutto di una storia rimossa, di un trauma non elaborato: la crisi del 2011, che fu crisi politico-istituzionale per l’Italia e per tutta l’Eurozona.
In quell’anno, che va dal 2010 al 2011, sono state riscritte le regole fiscali e l’architettura economica dell’Eurozona per affrontare la crisi. E il governo Berlusconi fu protagonista di quelle decisioni, in parte contribuì a elaborarle e in parte le subì per i rapporti di forza che naturalmente s’impongono nei fatti storici e politici. Il governo e la maggioranza di centrodestra non furono spettatori della partita. Ma giocatori che sotto la pressione delle vicende economiche e politiche agirono responsabilmente. Soprattutto Berlusconi e il potente ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ma anche la giovane ministra Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, fecero scelte difficili ma necessarie: l’accordo tra dicembre 2010 e luglio 2011 sul trattato istitutivo del Mes, l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione e l’approvazione del “six-pack”, che hanno poi consentito la firma del Fiscal compact per coordinare e controllare i bilanci dei paesi della zona euro. Tutti provvedimenti indispensabili per il successivo intervento provvidenziale della Bce di Mario Draghi. E infine, quando il governo è imploso sotto la pressione dello spread per la fragilità della maggioranza, gran parte di quella coalizione (gli attuali FI e FdI, eccetto la Lega) ha appoggiato il governo Monti affinché proseguisse la strada intrapresa da Silvio Berlusconi e Tremonti. Tutto questo il centrodestra l’ha rimosso, perché il trauma è stato forte. E ora racconta a se stesso una storia di comodo, compatibile con la sua nuova natura, quella dell’irresponsabilità antieuropeista: noi non c’eravamo, e se c’eravamo non avevamo capito.