Così la regione Lazio prepara la ripartenza
La giunta al lavoro con categorie produttive, sindacati, enti territoriali, società di trasporti per definire le linea guida del piano che verrà presentato ufficialmente martedì
Roma. “Ripartire allo stesso passo del resto del paese, non prendere iniziative anticipate, ma sui modi di applicazione delle misure generali prepararsi ad approntare le proprie linee guida”. Così il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori illustra al Foglio, in sintesi, il lavoro di queste ore, e cioè da qui a martedì, giorno in cui il piano Lazio Sicuro – piano per una ripartenza senza rischi per la salute – verrà presentato ufficialmente, in vista del 4 maggio, giorno previsto per l'allentamento del lockdown.
Anche il Lazio, infatti, ha la sua task-force di esperti che lavorano tema per tema, fermo restando, ripete Leodori, il non volersi differenziare dalle decisioni governative nazionali sulla tempistica. E il presidente della Regione e segretario Pd Nicola Zingaretti, qualche giorno fa, ha parlato delle condizioni per riaprire dando priorità alla sicurezza, ma con uno sguardo costante a rilancio e sviluppo. Lunedì, dunque, si incontreranno Regione, esperti, parti datoriali, parti sindacali, prefetture; nel weekend gli enti territoriali e i rappresentanti del mondo dei trasporti (da giorni si discute, infatti, di come poter garantire la sicurezza sui solitamente molto affollati autobus e vagoni di metropolitana romani). Ogni settore produttivo – al momento sono allo studio nove grandi aree – verrà intanto analizzato, sempre con l'affiancamento di camere di commercio ed esperti del ramo, per capire come coniugare ripartenza e sicurezza: le aziende private, gli uffici pubblici, l'ospitalità, i negozi, i luoghi per lo sport e per lo svago, ma anche la mobilità e le visite ad altri nuclei abitativi.
E se un ristorante, per esempio, dovrà sanificare l'impianto di areazione, i negozi dovranno avere vademecum diversi a seconda della dimensione e del tipo di merce venduta. Per “riavviare i motori della Regione”, ha detto sempre Leodori in un video-messaggio su Facebook, ci “saranno regole in grado di permetterci la fruizione dei servizi e allo stesso tempo di continuare a contrastare l’avanzata del virus, che come abbiamo visto è un virus subdolo, pericoloso, e mette a rischio la salute di tanti cittadini e soprattutto di tanti anziani. Quindi l’obiettivo è quello di tornare a una vita il più possibile normale, ma allo stesso tempo di farlo in maniera sicura e in grado appunto di contrastare il virus che in queste settimane ha reso la vita quasi impossibile”.
Sullo sfondo c'è il più generale problema di come gestire la “fase 2” sul piano sanitario, per fare sì che si possa davvero uscire definitivamente dall'emergenza e tenere sotto controllo eventuali focolai. Questo riguarda non soltanto gli ospedali, ovviamente, e i dispositivi di sicurezza individuali (mascherine), ma i medici, i pediatri, la mappatura dei contagi, i test. Leodori assicura che nei prossimi giorni discuterà di sicurezza e ripartenza con l'opposizione. Nel frattempo, tra il 22 e il 23 marzo scorso, le forze politiche di centrodestra hanno presentato alla giunta una “proposta di piano di azione in campo sanitario, coordinato e articolato su varie direttrici, con particolare attenzione, oltre che alla protezione individuale del personale sanitario e delle categorie a rischio, alla diagnosi immediata e al censimento dei soggetti a rischio, al fabbisogno di personale medico sanitario, all'aggiornamento dei medici di base, alla messa sotto controllo di chi è stato contagiato o in quarantena “con tutti gli strumenti resi oggi disponibili dalle tecnologie digitali”, alla realizzazione di “un'unità di crisi di medici esperti dedicata ai pazienti sintomatici domiciliari”, all'individuazione di altri siti per terapia intensiva in caso la curva dei contagiati dovesse ricominciare a crescere. Ieri intanto il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti, su proposta dell'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, ha firmato l'ordinanza che rende obbligatoria, dal 15 settembre, la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica per gli over 65 e il personale sanitario. “Con questa ordinanza”, dice Zingaretti, “ il Lazio raccoglie l’appello lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per ridurre i fattori confondenti per il Covid 19 in presenza di sintomi analoghi”.