Dap, Inps, Anpal. Storia di una classe dirigente inadeguata emersa laddove il criterio populista non è stato diluito
Roma. Carceri che esplodono, siti web che crollano sputando dati sensibili, ponti che si sbriciolano, enti pubblici usati come agenzie di viaggio per voli transatlantici o come agenzie pubblicitarie. Sono passati sette anni dall’ingresso nelle istituzioni del M5s e due anni dalla presa delle leve del governo, con la promessa di abbattere il “sistema” e sconfiggere i “poteri forti”. Il passaggio dalle parole ai fatti, dalle intenzioni alle azioni, non è affatto positivo. Se “cambiamento” c’è stato, è stato in peggio. Idee a parte, in queste settimane in cui il paese è chiamato ad affrontare la sua più grave crisi economico-sanitaria dal Dopoguerra, la classe dirigente grillina si è rivelata completamente inadeguata. Franco Basentini a capo del Dap , Pasquale Tridico all’Inps, Mimmo Parisi all’Anpal, Massimo Simonini all’Anas, Marcello Minenna alle Dogane. Nessuno si è mostrato all’altezza dell’incarico assunto.
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