Roma. “Coinvolgiamo i sindaci, le nostre sentinelle sul territorio”. Così parlava il premier Giuseppe Conte, un paio di settimane fa, riferendosi ai Comuni, prima linea sul fronte Coronavirus. Ma ora che ci si avvia alla riapertura graduale dell'Italia, la “fase2”, vista dai sindaci, assomiglia a un percorso accidentato, in cui avventurarsi con spirito di servizio ma non senza bussole. “Vogliamo intanto concentrarci sulle attività che riapriranno effettivamente il 4 maggio, e per questo chiediamo al governo la massima chiarezza”, dice Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco pd di Bari, nel giorno in cui deve confrontarsi a distanza con i primi cittadini delle città metropolitane, dopo aver presentato al governo, nei giorni scorsi, in una delle periodiche video-riunioni della cabina di regia governo-territori, una serie di proposte e richieste dal campo-base degli enti locali: è nei paesi e nelle città, infatti, che la gestione dell'emergenza mostra immediatamente limiti e punti di forza.
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