Roma. E’ scomparso il vaffa, che ormai è preistoria, e al posto della rabbia c’è il partito dell’angoscia che si chiede non “come faremo”, ma solo “come farò’”. Per Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, donna che studia l’umore e il malumore dell’Italia e che intercetta i salti elettorali, siamo di fronte a un paese interrotto, congelato “ma che attende le decisioni della politica”. E infatti, non ci si potrà muovere (ancora) per regioni, nessuno ha tanto meno voglia di sostituire il governo di Giuseppe Conte (“Che continua ad avere un gradimento buono. Prima di lui solo il Papa e Sergio Mattarella, ovviamente con cifre molto diverse”) così come tutto da ri-vedere è il consenso di Matteo Salvini nel Mezzogiorno “dove il Covid ha colpito meno, ma ha esasperato la divisione Sud-Nord”. Beppe Grillo si è eclissato e il M5s in questi giorni si è concentrato più sul futuro delle partecipate che del paese. Ce ne sarà ancora uno, di futuro, in parlamento e che dimensioni avrà? “Già prima dell’epidemia, il M5s scontava non l’esperienza ma le due esperienze di governo. Oggi è alle prese con un capo vicariante. Non c’è dubbio che va incontro a un destino da forza di compartecipazione e non più di maggioranza”.
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