Conte oscura Colao. In Liguria Forza Italia e il Pd si annusano
Il mondo delle imprese chiede un maggiore intervento dell’ex ad di Vodafone. I democratici all’attacco di due modelli
Che fine ha fatto Vittorio Colao? Da un po’ il manager sembra essere finito nel dimenticatoio, dopo i lustri iniziali. Giuseppe Conte, alla fine della festa, per la fase 2 gli ha preferito la Commissione tecnico scientifica. Non c’è da stupirsi visto che il presidente del Consiglio non avrebbe mai voluto l’istituzione dell’organismo coordinato dall’ex amministratore delegato di Vodafone. Conte ha subito sia la commissione sia Colao e ora, dicono i maliziosi, si “vendica” oscurando entrambi. Anche se le imprese non hanno fatto mistero con lo stesso premier di aver preferito che il governo seguisse di più i consigli dell’organismo guidato da Colao, stimatissimo dal mondo dell’impresa italiana, che i suggerimenti degli “scienziati”.
Attilio Fontana e Giovanni Toti sono finiti nel mirino del Partito democratico. “Soprattutto in Lombardia – è l'accusa dei vertici del Pd – l’indice dei malati e dei contagiati è ancora alto. Perché allora Fontana e Toti sfornano ordinanze che allentano i divieti posti dal governo? E poi non si era deciso che le regioni potessero emanare atti solo per indurire ulteriormente le disposizioni dell'esecutivo?”. Dal Nazareno si aspettano ora un intervento di palazzo Chigi per ripristinare un minimo d’ordine. Anzi, sarebbe più corretto dire che più che aspettarselo lo hanno sollecitato. La “mancata chiarezza” da parte del presidente del Consiglio in questa fase non è piaciuta affatto al Partito democratico.
E proprio in Liguria sta nascendo una strana alleanza. Il sindaco di Imperia Claudio Scajola, ex berlusconiano d’alto rango, ha risposto no alle ordinanze aperturiste di Toti. E il Partito democratico si è subito accodato. Altro segnale che qualcosa si muove nei rapporti tra il Pd e il mondo che ruotava attorno a Forza Italia. La scommessa è quella di battere anche su questo terreno Matteo Renzi e Italia viva.
Il Pd comunque è fortemente preoccupato per come viene gestita questa fase. “In questo momento occorrerebbero massima prudenza e assenza di protagonismo”, è il monito che viene lanciato al Nazareno. Il destinatario non è solo Conte, ma anche il commissario straordinario Domenico Arcuri. La sua conferenza stampa di ieri contro “i liberisti che emettono sentenze quotidiane da un divano con un cocktail in mano” ha stupito il Pd. Non tanto per il merito, ma è sembrata al Partito democratico uno strappo alla regola. “Questo è il momento di rimboccarsi le maniche, non di fare polemiche”, dicono al Nazareno.