I navigli sono affollati. Ma invece di fare tweet indignati, il sindaco Sala agisca
"Se c'è un problema lo si risolve, non ci si arrabbia con i cittadini già provati, che fin'ora si sono comportati molto bene. Basta con questa storia che gli italiani sono tutti cialtroni". L'intervento di Claudio Cerasa a Sky Tg24
Claudio Cerasa a Sky Tg24: "Il decreto è in arrivo ma i nodi sul tavolo sono ancora molti. Il problema non sono i soldi, che ci sono. L'Europa ha fatto e sta facendo moltissime cose. Ha messo a disposizione circa 2.700 miliardi e ne sta mettendo in circolo attraverso il Recovery fund altri tremila miliardi. Il nostro problema è una burocrazia difensiva che trasforma ogni cittadino in un furfante fino a prova contraria. Se non approviamo delle norme che consentano di fare infrastrutture sul modello Genova, se non permettiamo ai cittadini di non sentirsi colpevoli fino a prova contraria ma individui di cui lo stato si fida, non si può ripartire". Sulle immagini dei Navigli pieni di gente che hanno suscitato tante polemiche, Cerasa dice che il sindaco di Milano Beppe Sala, "invece di indignarsi e tuittare, potrebbe premurarsi di multare: se c'è un problema lo si risolve, non ci si indigna con la popolazione, che si è fin'ora si è comportata molto bene".
E aggiunge "una goccia di ottimismo: i paesi che hanno riaperto prima di noi - Germania, Danimarca, Austria - hanno registrato segnali incoraggianti. Il virus è ancora molto forte ma si può contenere. Anche dai dati di questi giorni in Italia risulta che le persone denunciate sono molto poche. Basta con questa storia che gli italiani sono tutti cialtroni".
Sono stati invece multati i ristoratori che protestavano perché chiedevano di riaprire ora, altrimenti avrebbero chiuso bottega per sempre. "Multare non significa fare di tutto per rendere la nostra vita ancora più difficile; significa garantire il rispetto delle regole basilari. I ristoratori devono essere aiutati a riaprire dando loro anche gli strumenti per ripartire. Oggi Inail dice che ci sono state 37 mila denunce di infortuni sul lavoro - i contagi vengono registrati così-: in questa maniera si invitano le imprese a non ripartire. Le difficoltà con cui le banche danno soldi alle imprese deriva dal fatto che c'è una legislazione molto punitiva nei confronti dei cittadini che rende difficile per le banche prestare denaro. Una banca che aiuta un'impresa in grande difficoltà potrebbe esser accusata di aver favorito la bancarotta. Queste sono le condizioni su cui provare a intervenire per ripartire in questa strana normalità". Se non si riesce ora a snellire, qual è alternativa? "Penso che ci sia fortissima tentazione all'interno Parlamento, e anche della classe dirigente italiana, di cambiare governo e farne uno più forte. Ma penso che gli equilibri parlamentari non permettano di fare altro. Questo è il governo che ci troveremo nei prossimi mesi. Ce ne sarebbero sicuramente di migliori, ma c'è anche di peggio, viste le dinamiche di questa legislatura o le esperienze in giro per il mondo, come Bolsonaro e Trump".