Più Merkel, meno Cina
I tic anti atlantisti (anche nel M5s) nascono dalle folli campagne contro l'asse franco-tedesco. Parla Fassino
“La sfiducia degli italiani verso gli storici alleati europei è il frutto avvelenato della propaganda sovranista, tutta tesa a creare falsi nemici”. Piero Fassino commenta così i dati del sondaggio Swg che registra crescente simpatia nazionale per Cina (52 per cento) e Russia (32 per cento), seguiti dagli Usa al terzo posto (17 per cento) e invece l’avversione verso Germania e Francia, visti da una maggioranza di italiani come paesi ostili. “Mosca e Pechino sono diventati, d’un tratto, i migliori amici dell’Italia, mentre Parigi e Berlino sarebbero pericolosi predatori da tenere alla larga. Questa è una rappresentazione falsa e che fa molto male all’Italia. Il primo mercato di esportazione per le imprese italiane è quello tedesco, il secondo è la Francia dove le aziende italiane presenti superano per numero quelle francesi attive in Italia. Sono italo-francesi anche player mondiali del calibro di EssilorLuxottica, Fincantieri-Naval Group, Fca-Peugeot o Parmalat Lactalis, le più prestigiose firme della moda”.
Quindi è colpa dei sovranisti se gli italiani diffidano dei cugini europei? “In primis, la responsabilità è dei sovranisti, certo. Giorgia Meloni rappresenta Berlino e Parigi come la perfida Albione di mussoliniana memoria. Salvini invoca che l’Italia stampi moneta come la Svezia, ignorando perfino che Stoccolma non ha adottato la moneta unica. Ma anche il sistema dell’informazione che da anni alimenta l’astio verso Germania e Francia ha le sue responsabilità”. Non pensa che l’insistenza del governo italiano sulla magnanimità cinese possa aver influenzato l’opinione pubblica? “Non parlerei del governo, ma di una singola forza politica. E in ogni caso il ministro Di Maio ha chiarito più volte che la solidarietà cinese o russa non intaccano il nostro posizionamento geopolitico, concetto ribadito con forza anche dal premier Conte e dai ministri Guerini e Amendola. E poi senza nulla togliere alla solidarietà di altri, vorrei ricordare che i francesi hanno fornito un milione di mascherine, i tedeschi hanno accolto nei loro ospedali i nostri malati gravi di coronavirus, gli Usa hanno donato cento milioni di dollari”.
La presenza di medici militari russi per le strade di Bergamo, in un paese dell’Alleanza atlantica, è stata stigmatizzata dalla diplomazia statunitense. “Non enfatizzerei il caso. Una équipe medica ha fornito soccorso sanitario. L’Italia resta saldamente ancorata all’Europa e all’Alleanza atlantica. Naturalmente in un mondo globalizzato gli interessi economici, commerciali ed energetici si salvaguardano coltivando relazioni con grandi paesi come Cina e Russia, lo hanno fatto governi di ogni colore politico. Ma le nostre alleanze non mutano se parli con Mosca o Pechino, ma se rompi con Bruxelles, Berlino e Parigi”.
Dal 5G al memorandum d’intesa fino alla cosiddetta “diplomazia delle mascherine”: il rischio di una penetrazione cinese nelle maglie del paese è ingigantito? “Io sto ai fatti e alle dichiarazioni ufficiali. Il premier Conte ha ribadito a più riprese che l’Italia vigilerà sulla concreta attuazione del memorandum in ragione da non contraddire le nostre alleanze europee e occidentali.” E’ parso assordante il silenzio italiano mentre Francia e Germania chiedevano a Pechino trasparenza sulla genesi e la diffusione del Covid-19. “Sapere come è nata l’epidemia è giusto, tuttavia il giudizio su presunte responsabilità cinesi non spetta ai governi ma a una commissione internazionale di esperti indipendenti. E questa strada va percorsa senza tentennamenti”.
Secondo il già menzionato sondaggio Swg, la fiducia degli italiani nell’Ue, che a settembre era al 42 percento, ad aprile non supera il 27. “Certo, se spieghi per anni agli italiani che la Ue è inerte, è un peso, è la longa manus dei tedeschi, perché stupirsi? Ma le cose non stanno così. Senza gli interventi di Ue, Bce e Bei l’Italia non sarebbe in grado di uscire dalla crisi economica innescata dal coronavirus. Se si arriverà al Recovery Fund è perché Macron ha condiviso le proposte italiane e la Merkel non si è fatta paralizzare dai veti olandesi. Germania e Francia sono i nostri alleati naturali. Il che non significa che non ci possano essere anche divergenze, ma se vuoi cambiare l’Europa lo fai con loro, non contro di loro. Berlino, Parigi e Roma hanno fondato l’Unione che è vissuta su due assi strategici: l’alleanza istituzionale franco-tedesca e l’ alleanza politica tra la Dc italiana e la Dc tedesca. E lo dico io che non vengo da quella storia”. Oggi Silvio Berlusconi è l’unico leader del centrodestra italiano membro del Ppe mentre Salvini e Meloni guardano verso lidi diversi. “Per l’Italia è un elemento di oggettiva debolezza. Se i cosiddetti sovranisti avessero a cuore l’interesse nazionale, dovrebbero cercare di contare in Europa dove, per essere ascoltati, non serve l’esibizione di muscoli ma una salda collocazione europea”.