Milano. E’ cattiva abitudine del cronista descrivere i negoziati tra gli stati Ue come un campo di battaglia o una partita di calcio, ma se il cattivo cronista provasse ad applicare lo stesso schema alle posizioni italiane farebbe fatica a capire tattica di gioco e persino le squadre in campo. E rischierebbe di ritrovarsi con il capitano della squadra che, chiamato dall’arbitro, negherebbe di essere capitano. A un incontro organizzato ieri dall’ufficio italiano del Parlamento europeo, la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei Laura Agea – che è stata eurodeputata nella scorsa legislatura, e quindi anche nell’anno del governo gialloverde –, interpellata sulla possibilità di utilizzare i soldi del Mes ha dichiarato: “Non me la sento di dire se ci servono o non ci servono, oggi le nostre scelte daranno l’indirizzo dei prossimi vent’anni, e io questa responsabilità me la sento”. Che è un po’ come dire la responsabilità la sento e per questo non me la prendo.
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