Non detta più l’agenda, non fa più notizia e non emoziona. Dietro allo spaesamento populista c’è una rivoluzione culturale: la prevalenza delle soluzioni sull’identità e il nuovo ruolo dello stato come soggetto di mercato. E’ l’ordoliberalismo, bellezza
C’è stata una lunga stagione, quella che ha preceduto l’arrivo della pandemia, in cui, in buona parte dell’Europa, la politica della non responsabilità è riuscita a fare breccia nel cuore di molti elettori grazie a una particolare e forse non ripetibile condizione storica: la difficoltà con cui la società del benessere ha prodotto anticorpi capaci di proteggere le democrazie liberali dalle aggressioni portate avanti dai nemici della società aperta. In quella stagione, nella fase zero della nostra vita politica, i populismi hanno avuto molti successi anche perché, a differenza dei loro avversari, sono riusciti in diverse occasioni a diventare veicoli di progetti in grado di regalare sogni.
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