Roma. Ora che il polverone s’è depositato, dopo settimane di polemiche intorno alla giustizia e al suo ministro, Andrea Giorgis dice “che si può tornare a discutere seriamente sulle cose da fare, che sono molte”, e che bisogna farlo “con equilibrio e con coraggio”. Pensavamo che si potesse parlare d’altro, per un po’, e invece Giorgis, sottosegretario a Via Arenula del Pd, spiega che il dibattito parlamentare, con le annesse mozioni di sfiducia ad Alfonso Bonafede, “non ha esaurito il dibattito sulle riforme da attuare, ma anzi ne ha ribadito l’urgenza”. Una fase due, dunque, anche per la giustizia, “perché questo governo è nato sul presupposto che, anche in materia di giustizia, occorresse una forte discontinuità rispetto all’esecutivo precedente, quello in cui il M5s era alleato della Lega. E per realizzarla, questa discontinuità, bisogna appunto procedere nell’attuazione delle riforme rimaste sospese a causa della crisi del Covid. In primo luogo quella del processo penale, su cui il Cdm ha licenziato un testo depositato alla Camera e che è necessario iniziare a discutere subito, coinvolgendo tutti gli operatori del diritto, dall’avvocatura alla magistratura al mondo accademico. L’obiettivo prioritario è quello di garantire un processo che sia, oltreché giusto, anche rapido: nell’interesse di tutti”.
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