Pacciani, ex capo del rischio al Fondo salva stati, spiega perché è una risposta solidale ed europeista
Roma. “Il Mes è forse il primo importante strumento di solidarietà europea, in linea con i principi fondamentali dell’Unione descritti da Robert Schuman; ecco, il Mes è la rappresentazione e l’incarnazione finanziaria di questo concetto: prende i soldi dai mercati e li redistribuisce ai paesi in difficoltà”. Cosimo Pacciani, già dirigente del Fondo salva stati, dove è stato capo del risk management, co-autore di un policy paper dell’associazione Minima Moralia su come l’Italia potrebbe usare il Mes, spiega al Foglio perché sarebbe un errore rinunciare al prestito a tassi super agevolati, sul quale Giuseppe Conte e il M5s tentennano non poco. Anzitutto, bisogna aggiustare le molte inesattezze ripetute da giorni da M5s e Lega: “Non è vero, come sostengono i sovranisti, che se uno stato utilizza i soldi del Mes cede sovranità o si mostra debole agli occhi degli altri, anche perché la sovranità monetaria è già passata alla Bce. E comunque stiamo parlando di 36 miliardi su 2.400 di debito italiano, che già beneficia dell’intervento della Bce stessa”. Come a dire, i problemi sono a monte: “Il Mes da solo naturalmente non basta a salvare un paese, visto che ha una capacità finanziaria di 500 miliardi di euro in totale. E’ sicuramente un rimedio parziale e potrebbe essere una soluzione solo temporanea”.
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