Altra spiaggia, stesso mare. La manifestazione contro il governo convocata sabato prossimo a Roma dal centrodestra arriva a circa un anno di distanza dalla formidabile estate del Papeete, durante la quale, come molti ricorderanno, il leader del centrodestra, Matteo Salvini, si convinse che fosse opportuno lanciare una campagna per guadagnare i pieni poteri dettando in mutande da una spiaggia l’agenda della politica. Un anno dopo la formidabile estate in cui Salvini fece i conti con i tragici effetti della sua tracotanza, il centrodestra si presenta di fronte ai propri elettori apparentemente con lo stesso volto che aveva un anno fa, ovvero con il tridente d'attacco formato dal leader della Lega, la leader di Fratelli d’Italia e il leader di Forza Italia. Ma rispetto a un anno fa c’è una differenza importante che non riguarda il solo fatto che dodici mesi fa Salvini era il padrone d’Italia, e oggi non lo è più. Riguarda un tema cruciale, che ha a che fare con l’incapacità mostrata in questi dodici mesi dal leader della Lega di fare quello che sono riusciti a fare per esempio i suoi alleati: adattarsi al nuovo mondo e cambiare spartito. Rispetto all’estate 2019, Matteo Salvini ha smarrito parte del suo consenso (ieri la Lega valeva il 34 per cento, oggi secondo i sondaggi vale tra il 25 e il 26) ma ha smarrito anche qualcosa di più importante, che coincide con una parola spesso abusata eppure mai attuale come oggi: lo Zeitgeist, lo spirito del tempo.
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