Roma. L’ha detto e ridetto, Matteo Salvini (due volte soltanto nell’ultima settimana): a Roma serve un manager, a Roma serve un uomo della società civile, a Roma serve un sindaco con la s maiuscola, Roma “non può rimanere nella mente dei turisti per le buche, gli autobus bruciati, per i rom e i topi”. E insomma, al grido di “liberiamo Roma”, il leader della Lega ha fatto capire di essere all’inizio della fase 2 della cosiddetta Opa leghista sulla capitale: la fase del lancio-candidature, possibilmente non ascrivibili alla categoria “candidature di bandiera”. E se, in un primo momento, tra il 2018 e il 2019, si era pensato che Salvini puntasse sulle truppe leghiste in loco, adesso non c’è presentazione, evento o intervista in cui lo stesso Salvini non si presenti come colui che estrarrà dal cappello del Cappellaio Matto il profilo per Roma che non ti aspetti. Ed ecco che il nome tra i nomi pare prendere corpo in questi giorni: Flavio Cattaneo, il super-manager ex Telecom, ex Terna ed ex Rai, ora vicepresidente di Italo Nuovo Trasporto Viaggiatori, peraltro anche marito dell’attrice che, con Carlo Verdone, più rappresenta Roma nell’immaginario collettivo, cioè Sabrina Ferilli (fino a un certo punto anche icona di centrosinistra, con tanto di padre ex segretario di sezione Pci-Pds-Ds a Fiano Romano, anche se poi protagonista di un breve tradimento politico verso Virginia Raggi, infine rientrato).
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