La paura vale per tutti, è per sua natura egualitaria, ma la reazione culturale diverge (vedi Bolsonaro) ed è il riflesso di due visioni del mondo. Perché le virtù repubblicane antivirus stanno a metà tra la nostra indipendenza etica e il nostro buon senso solidale
Non è così difficile capire perché ci siano due sensibilità diverse nella reazione all’epidemia. A sinistra si crede nell’uso razionale di strumenti preventivi, al principio di precauzione, al concetto di cura di sé e degli altri, e alla comunità. Di qui propensione maggiore a usare mascherine, a distanziarsi, a osservare regole collettive alla cui radice sta la fiducia nell’umanità, nelle sue magnifiche sorti e progressive, nelle sue risorse comuni e condivise, nei dettami dell’autogoverno e nel welfare di stato. A destra prevale una logica opposta, si teorizza una comunità di destino fondata sulle libertà dell’individuo viste senza illusioni razionalistiche (“alla fine tutti dobbiamo morire”, ha ricordato l’infetto Bolsonaro che gioca d’azzardo per conto proprio e altrui), la prevenzione è una trappola per il controllo del popolo da parte delle élite, le precauzioni riguardano i bambini, ciascuno deve cavarsela senza fare affidamento su un eccesso di cura e di solidarietà comunitaria
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