Il “paradosso” della gestione del Ponte e il populismo alla prova della realtà. Dopo le abiure di Tav e Tap, il M5s farà di tutto per ottenere una revoca spericolata. Il Pd sarà in grado di disinnescare il grillismo?
“La concessione non è caducata e quindi va applicata”. Con una rima, e facendo il verso alla famosa procedura di “caducazione” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un esperto della materia sintetizza i termini della questione alla base dello psicodramma grillino sul fronte Autostrade. Tutto parte dalla lettera, inviata al commissario straordinario Marco Bucci, con cui il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli specifica che la gestione del nuovo ponte di Genova tornerà ad Aspi in quanto “la consegna dell’infrastruttura al concessionario deve risultare coerente con l’assetto normativo, anche al fine di prevenire potenziali contenziosi con l’amministrazione”. In pratica, come spiega poi più chiaramente la De Micheli, “la gestione del Ponte di Genova andrà al concessionario. In questa fase il concessionario è Aspi che è soggetto all’ultima fase del percorso di revoca”.
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