Emiliano raccatta tutto
Dalla "sinistra con falce e martello" ai nostalgici di Pino Rauti. Dai neoborbonici ai liberali einaudiani. E poi animalisti ed ex grillini, berlusconiani e ulivisti. Il presidente della Puglia presenta la sua accozzaglia per le regionali di settembre
Forse per paura che ci fossero dei fraintendimenti, li ha voluti radunare tutti insieme. Che nessuno dubitasse che non potessero stare nella stessa foto: i comunisti "con la falce e il martello" e i seguaci di Pino Rauti, i "Liberali non elitari" che si ispirano a Einaudi e i neoborbonici di "Sud Indipendente" che rimpiangono i valori del regno delle Due Sicilie. E poi Popolari ed ex grillini, Verdi, "pensionati invalidi" e animalisti. Li ha voluti tutti insieme, Michele Emiliano: tutti e quattordici nel giardino dello storico hotel Parco dei Principi di Bari, seduti uno accanto all'altro. E li ha voluti tutti umili, pescati dal popolo, che si capisse che lui è uno di loro. E infatti il presidente della Puglia, in cerca di conferma alle elezioni di settembre, s'è messo pure nei panni del Pippo Baudo del Tavoliere, e col microfono in mano faceva da conduttore dello show mattutino passando da un candidato all'altro, tutti e quattordici costretti a tenere in mano un cartonato su cui era riprodotto il simbolo della loro lista.
“Quattordici simboli per quattordici liste, che sostengono il lavoro che ha fatto la Regione in 15 anni contro il buio dei 15 anni precedenti”, ha spiegato Emiliano, evidentemente attribuendosi per procura anche i due mandati da governatore di Nichi Vendola, che però sono stati assai diversi dal suo, e per ricordarlo basti citare l'Ilva: un tema su cui Emiliano ha spesso preso le distanze dal suo precedessore, anche con toni aspri, salvo poi mandare in prescrizione le liti ora che anche i vendoliani possono tornare utili alla sua causa elettorale. Da Vendola, semmai, Emiliano pare ora voler mutuare l'eloquio magniloquente, a giudicare dalla prosopopea con cui parla di queste “quattordici liste di estrazione ideale e ideologica diversa con in comune un programma che centinaia e centinaia di persone scriveranno incrociandolo con i sentimenti delle forze che si identificano tutte nella costituzione e nel rispetto per il Creato”. Comefossantani, va da sé. “Io non potrò fare campagna elettorale perché sono occupato a fare il Presidente – dice Emiliano invitando i candidati a fare campagna non solo con i social, ma tra amici e parenti con la rubrica telefonica – quindi tutto ciò che noi avremo da dire sarà affidato a voi candidati”.
E allora eccoli, i candidati. “Io sono una motivatrice del pensiero", dice di sé la signora mora in prima fila, "e rappresento la lista Sud Indipendente che si rifà ai valori della patria e del Regno delle Due Sicilie”. Poi arriva l'esponente del Partito Animalista, e ci tiene a sottolineare che va bene il rimpianto per le supposte glorie del passato, però “la problematica animalista è una problematica sociale, ma finalmente la Puglia sarà la regione più animalista d’Italia con l’impegno di Emiliano a nominare l’assessore con delega al benessere animale”. E' quindi il turno dei “Liberali popolari non elitari, garantisti non permissivisti, meridionalisti ma europeisti, liberisti non monopolisti. Quelli che praticano non nella vita pubblica, ma in quella civile, professionale e privata, i principi del liberalismo einaudiano”. Nientedeimeno. “Invitiamo tutti i liberali particolarmente di spirito – dice il loro portavoce sotto lo sguardo spiritato ed einaudiano di Emiliano – ad allearsi in questa ariosa maggioranza di coalizione non dirigista”.
Poi c'è il distinto signore col glorioso scudo crociato in mano. Rivendica i valori della “Democrazia Cristiana” per il sociale, sottolinea il suo sostegno per Emiliano e il suo impegno per la riapertura degli ospedali chiusi (chiusi da Emiliano, va da sé) e per la "decarbonizzazione" Ilva. Invece sono contro la "decarbonizzazione" i Verdi ("I tarantini non possono essere ancora una volta le cavie di un esperimento scientifico”), che però sono comunque a favore di Emiliano. Che de carbonizza, dunque, ma anche no.
Ma ecco i “Popolari con Emiliano, centristi, moderati e cattolici come l’Assesore Stea (Giovanni Francesco Stea, titolare dei Rifiuti, ndr) perché Emiliano è un uomo del fare come noi”. Sono quelli guidati dell’ex sottosegretario di Forza Italia, ora commissario dell’agenzia regionale per il lavoro, Massimo Cassano. Ma siccome bisogna riequilibrare, dopo i filoberlusconiani tocca agli ai post-prodiani. Tocca cioè a “Senso civico”, che “non è un cartello elettorale ma un progetto politico come l’Ulivo fondato sull’ecopacifismo per una Puglia che piace agli artisti e ai cineasti”: ed è questa la lista in cui corrono l’assessore regionale all'Urbanistica, Alfonso Pisicchio (appena raggiunto da indagine per voto di scambio), insieme al titolare dello Sviluppo Cosimo Borraccino, di Articolo 1, che come il suo segretario di partito Pier Luigi Bersani (che Emiliano accusò di aver preso soldi dai Riva per la campagna elettorale del PD) vuole la nazionalizzazione dell’acciaieria.
Non poteva mancare la “Sinistra alternativa con falce e martello che porta la difesa dei valori dell’antisessismo sia nelle lotte in strada che nelle compagini politiche come ci propone Emiliano. Noi difendiamo il diritto al lavoro che è messo in pericolo dall’atomizzazione voluta dal jobs act, ma anche il diritto alla vertenza lavorativa combattuta dai decreti sicurezza che impediscono di scendere in maniera proficua in piazza”. Ma allora servivano, e infatti arrivano, anche i seguaci di Pippi Mellone, il sindaco di estrema destra di Nardò, candidati con la lista del Presidente “Emiliano Sindaco di Puglia”, che “ha radici antiche” (e non sia mai che non fossero antiche).
Poi c'è il movimento di Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma fu grillino, è con Emiliano: “Italia in comune è il partito dei sindaci, per comprendere le problematiche partiamo dalle aziende, tutti i cittadini che hanno una struttura con delle infrastrutture possono avere la capacità di capire come la politica possa essere vicina. Lavoriamo con una serie di amici per la ‘Gri economi’ (testuale)”. E siccome nella galassia degli ex grillini non si butta via niente, per “Puglia solidale e verde” interviene una fuoriuscita 5 stelle. Che si scaglia contro “chi ha in coalizione la peggiore destra mentre noi siamo per la lotta alla mafia e al voto di scambio" (reato, manco a dirlo, per cui sono indagati diversi consiglieri e assessori uscenti di Emiliano, tutti ricandidati, ma vabbè). "Noi siamo come le angurie di Nardò: verdi fuori, e rossi dentro”, e chissà al succitato Mellone, seguace di Pino Rauti ma anche di Michele Emiliano, come fischieranno le orecchie. Sta di fatto che accanto a lei, pur essendo immancabilmente a favore di Emiliano, c'è il rappresentante dei Socialisti che subito mette le mani avanti: “Leali ma non fedeli”. Infine i “Pensionati e invalidi, né di destra, né di sinistra”. Almeno loro.
Durante la conferenza stampa Emiliano ufficializza anche la candidatura del prof. Pierluigi Lopalco, che già l’aveva confermata in diretta televisiva: “Mi candido per fare l’assessore alla Sanità della Puglia, ma non potrò fare campagna elettorale – risponde, e sono due!, a chi lo accusa di sfruttare elettoralmente la scia di 4 mesi di ribalta mediatica sull’emergenza – perché sarò chiuso in ufficio in regione per preparare il piano pandemico autunnale”. E questa ammissione di riservatezza il Nostro l'ha fatta, com'è ovvio, in diretta tv, su La7, in prima serata, dove le sue ospitate a fini elettorali hanno sostituito le apparizioni in veste di semplice esperto di epidemiologia.
"Ho capito che mi vuole portare via la delega di assessore alla Sanità – ha detto Emiliano – e io forse sono anche disposto a cedergliela, perché effettivamente ognuno deve fare il mestiere che sa fare meglio". Bontà sua. "D'altra parte non so che altra delega potrebbe avere, quindi meglio la Sanità se proprio si deve candidare. Meglio un assessore alla Sanità competente che uno che prende solo voti e fa bassa macelleria”. E qui sembrava quasi di ascoltare un atto di autoaccusa da parte di Emiliano, essendo egli stesso anche assessore alla Sanità.
E infatti la frase ha fatto infuriare non l’opposizione, ma la sua stessa maggioranza. In particolare il consigliere uscente, e medico, Mimmo Santorsola: “Non è mia abitudine contestare le opinioni degli altri ma la libertà di espressione non contempla e non giustifica la libertà di offesa: a me e ad altri 49 consiglieri regionali Emiliano ha attribuito la qualifica di 'ladruncoli neanche tanto matricolati', o, in subordine, di incapaci maldestri; questa in soldoni è la traduzione in italiano di 'bassa macelleria'".
Che poi, in effetti, uno che riesce a mettere insieme, nella stessa lista elettorale, 14 simboli diversi, di bassa macelleria deve intendersene eccome.