Roma. Conte si toglie la pochette e va dai ragazzi del Cinema America, iconografia de sinistra romana, mentre Di Maio si rimette la cravatta che s’era sfilato dal collo per incontrare Draghi e Gianni Letta, l’uno insomma ora fa il popolare mentre l’altro si traveste da establishment, al punto che il loro conflitto politico, il dualismo che serpeggia e scoppietta e di cui tutti parlano nel governo, ma che pure democristianamente mai davvero esplode, sempre più segue l’andamento d’una articolata sceneggiatura che porta in calce le firme dei due uomini nell’ombra, i collaboratori dell’uno e dell’altro – anche loro specularmente in conflitto – Rocco Casalino e Augusto Rubei.
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