“Proviamo a dare il ritmo, ma il M5s è più forte. Tim? Può diventare una public company guidata da Cdp. Gori e Sala dicono cose di destra”. Parla Emanuele Felice, mente economica del partito democratico
Roma. “Il meno peggio è un sano principio riformista, che io rivendico”. E’ verso la fine di una lunga intervista che, in una frase, Emanuele Felice spiega il senso di questa maggioranza di governo e la funzione moderatrice del Pd nell’alleanza con il M5s. Felice è uno storico dell’economia, professore di Politica economica all’Università di Pescara (la stessa del collega-rivale Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega), e insieme al vicesegretario del Pd Andrea Orlando e al ministro per il Sud Peppe Provenzano sta cercando di dare un’anima più di sinistra, di “egemonizzare” si direbbe da quelle parti, la segreteria di Nicola Zingaretti.
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