A volerla vedere con gli occhi dei maliziosi che frequentano i corridoi del Nazareno, verrebbe da sbrigare la faccenda in poche righe, “ché questa – dicono – è una manovra allestita da Orlando per preparare il terreno alla disfatta di Zingaretti”. Malevoli, certo. Arrivare a pensare che il vicesegretario del Pd, che nella sua terra di Liguria è quello che ha dato per settimane le carte al tavolo delle trattative tra grillini e dem, abbia orchestrato la scomposta candidatura di Ferruccio Sansa per generare il caos che prelude alla disfatta, è una teoria che dà semmai la misura delle paranoie che si respirano in Transatlantico. Dove però, in effetti, Ettore Rosato, grand commis di Matteo Renzi, ai colleghi riformisti del Pd, sconcertati quanto lui dalla candidatura del giornalista del Fatto Quotidiano (“Quello che per anni ci ha dato dei crimininali…”), ha detto che l’accordo tra l’ex premier e Zingaretti c’era, siglato in un colloquio telefonico della scorsa settimana, per chiudere sull’ex preside di Ingegneria dell’Università di Genova, Aristide Massardo. “Ma poi Orlando, facendo il blitz su Sansa insieme a un pezzo dei grillini, ha rovinato tutto…”. Chissà.
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