Il caso sembrava risolto. Invece di buon mattino si è appreso che la tormentata scelta di candidare in tandem (Pd-M5s) il già giornalista del Fatto quotidiano Ferruccio Sansa per la corsa alla presidenza della Regione Liguria non era stata digerita del tutto all'interno ai Cinque stelle (presunto veto di Luigi Di Maio e presunti dubbi di Beppe Grillo). Anche se lui, Sansa, aveva già parlato da candidato ufficiale il giorno prima, e aveva già scritto una lettera aperta di saluto ai lettori del Fatto, in cui lanciava il cuore oltre l'ostacolo politico: “La Liguria, in passato apripista in passaggi decisivi della vita italiana, può essere il luogo dove nasce un nuovo progetto politico di centrosinistra che non sia tenuto insieme da convenienza o disperazione”. E se, dal lato Cinque Stelle, Vito Crimi subito interveniva per rassicurare Sansa, e la rassicurazione poi arrivata via Blog delle Stelle (“Sansa avrà il massimo sostegno”), mentre dal lato Pd Nicola Zingaretti aveva già ribadito il suo “sì” (“bene Sansa, ora coalizione aperta”), l'intesa sul nome del giornalista, non condivisa da Italia Viva, appariva, nonostante i mesi di trattative, ancora periclitante.
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