Il segretario del Pd predica stabilità ma spinge per la riforma elettorale anche a costo di far venire meno il vincolo di maggioranza. “Non si trova così l'equilibrio tra governabilità e rappresentatività”, dice il deputato radicale di + Europa
Roma. “Siamo davanti a una forzatura poco sostenibile, fatta per imporre una legge pessima, senza averne i numeri”. E' il giorno della probabile resa dei conti in Commissione Affari Costituzionali sulla legge elettorale e Riccardo Magi, deputato radicale di + Europa, commenta così la situazione attuale, quella in cui il segretario del Pd Nicola Zingaretti, con insoliti toni tranchant, dice che “la nuova legge elettorale va votata subito e senza ambiguità perché è un impegno preso dalla maggioranza”, anche facendo capire di essere pronto a far venire meno il vincolo di maggioranza in caso Matteo Renzi non voti il testo sul proporzionale (Renzi, intervistato dalla Stampa, ha definito la pressione Pd-M5s un “blitz anti maggioritario… ci spingono al grande centro”).
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