Roma. Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera, uno che di leggi elettorali se ne intende e di manovre parlamentari ne ha viste parecchie, allarga le braccia come chi tentenna di fronte alla richiesta di trovare un senso nell’apparente precipitare degli eventi: “Quello che è evidente è che si è voluta una certificazione del ribaltamento dell’accordo di maggioranza sul proporzionale raggiunto a gennaio dopo 5 mesi di confronti”, dice. Lessico da vecchio socialdemocratico, certo. Ma che a suo modo riesce a dare un ordine al caos. Perché quello che è appena successo, nell’ufficio di presidenza di quella commissione Affari costituzionali impantanatasi ormai da dieci giorni sul testo del Geramnicum (proporzionale con sbarramento al 5 per cento), è che il Pd ha deciso, con una mossa apparentemente scriteriata, di andare sotto.
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